Sirena accesa, codice tre di rientro, paziente per il quale ogni minuto è vitale e… semaforo rosso. Avete mai pensato di bucare l’incrocio?

 

E’ molto facile dirvi: “affrontate il semaforo verde come se fosse Rosso, e il semaforo Rosso come se fosse un muro“. La pressione per il paziente critico, la pressione per la sirena accesa, la pressione per il traffico, per la necessità di salvare una vita, di arrivare indenni in camera calda. Non è certo facile fare l’autista-soccorritore. Spesso c’è chi pensa “Fate largo che passiamo noi, il semaforo è rosso ma sono in sirena”. 

Poi però l’incrocio ha scarsa visibilità, taglia una strada a doppia carreggiata, arriviamo da una curva a velocità sostenuta, semplicemente perché poco prima c’è stato qualche autista intelligente che ha lasciato strada sentendo la sirena, vedendo i lampeggianti. Ma siamo sicuri di farlo?

No, non fatelo!

Dare per scontato che se una fila di automobilisti ha sentito e visto l’ambulanza in emergenza, allora anche quelli che sopraggiungono da una laterale lo farà, è pura follia. In caso d’incidente alcune delle classiche scuse utilizzate dai conducenti sono:

  • Si ma era imprevedibile, è sbucato all’improvviso!
  • Avevo un codice rosso a bordo, dovevo andare veloce e potevo farlo!
  • Noi possiamo sempre derogare il codice della strada!
  • Avevamo a bordo uno stato di necessità!
  • La colpa è dell’altro che non ci ha dato la precedenza!
  • Guido un’automedica e facciamo codici rossi!

Imprevedibile?

Cos’è l’imprevedibilità? Si tratta di ciò che non si può prevedere, che può verificarsi nell’ambito di circostanze puramente fortuite oppure che è un evento sorprendente e inatteso.

Nella raltà di una strada, un evento è imprevedibile in casi estremamente rari, o depenalizzato per necessità ancora più fortuite.  “Dura lex, sed lex”. Ecco cosa dice la legge:

Cassazione (Cass. sent. n. 976/2014) la Corte territoriale ha richiamato la costante giurisprudenza di questa Corte (cfr. Sez. 4, 3 febbraio 2005, n. 19797, Rv.231543), secondo cui anche nei casi di veicoli impegnati in servizi urgenti di istituto, il D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285, art. 177, comma 2, (C.d.S.), pur autorizzando il conducente di detto mezzo – qualora usi congiuntamente il dispositivo acustico supplementare di allarme e quello di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu, a violare le regole sulla circolazione stradale – non lo esonera dall’osservanza delle regole di comune prudenza e diligenza.

Niente multa, ma…

In altri termini, il conducente non è tenuto ad osservare gli obblighi, i divieti e le limitazioni relativi alla circolazione stradale, di guisa che non potrà essere sanzionato per le relative violazioni. Ma da questa disciplina derogativa non può trarsi la conseguenza che egli sia anche autorizzato a creare ingiustificate situazioni di rischio per altre persone o che non debba tener conto di particolari situazioni della strada o del traffico o di altre particolari circostanze adeguando ad esse la sua condotta di guida (esemplificando e con riferimento al caso di specie: il conducente in servizio urgente di istituto ben può tenere una velocità superiore al consentito, ma, allorchè giunga in prossimità di un incrocio percorso da altri veicoli con diritto di precedenza, deve verificare, prima di immettersi nell’incrocio medesimo, che i conducenti abbiano avvertito la situazione di pericolo e abbiano posto in essere le opportune manovre per concedere la precedenza al veicolo favorito, v. in tal senso anche Sezione 4, 19 settembre 2002, ric. parte civile Stea in proc. Cassano).

Cosa dicono le ultime sentenze della Cassazione?

  • Cassazione n. sentenza 121/2020: «Poiché le norme sulla circolazione stradale impongono severi doveri di prudenza e diligenza, proprio per fare fronte a situazioni di pericolo, anche quando siano determinate da altrui comportamenti irresponsabili – si legge nella sentenza – la fiducia di un conducente nel fatto che altri si attengano alle prescrizioni del legislatore, se mal riposta, costituisce di per sé condotta negligente».
  • Cassazione n. 16694/2021: “in tema di responsabilità colposa da sinistri stradali, (…) l’obbligo di moderare adeguatamente la velocità, in relazione alle caratteristiche del veicolo ed alle condizioni ambientali, va inteso nel senso che il conducente deve essere in grado di padroneggiare il veicolo in ogni situazione, tenendo altresì in conto di eventuali imprudenze altrui, perché ragionevolmente prevedibili.”
  • Cassazione n. sentenza n. 28178/21: “il conducente di un mezzo di soccorso, anche laddove sia impegnato in un servizio urgente, non può comunque creare situazioni di pericolo e deve, pertanto, tenere conto delle particolari situazioni della strada o del traffico o di altre particolari circostanze: nel caso di specie, proprio in considerazione della ridotta visuale

ATTENZIONE – L’utente della strada (conducente) è quindi responsabile anche del comportamento imprudente altrui!

Il pericolo e l’analisi del rischio

Nella guida l’essere umano si trasforma in un analista del rischio, ma cos’è pericoloso e come si riconosce se in un dato momento stiamo rischiando troppo? La “percezione del rischio” implica l’intervento di vari fattori basando la mente del conducente su parametri più istintivi che oggettivi, è la percezione del rischio che alimenta il nervosismo (ad es. in fase di un sorpasso azzardato). L’analisi del rischio conduce a una serie di valutazioni logico-matematiche (es. calcolo distanza di sicurezza) e spesso in caso d’incidente è ovvio che è stata fatta una valutazione errata, ma da ciò ne consegue esperienza ed è così che lo stesso individuo “archivia” quel tipo di rischio nella propria mente per poterla utilizzare nei percorsi stradali successivi.

E’ importante la formazione?

Sicuramente si… in quanto una buona formazione serve appunto per “prevenire rischi ed incidenti” non a caso le lezioni teorico-pratiche sono utili per acquisire le basi logiche della guida corretta, poiché il conducente deve essere sempre pronto davanti a qualsiasi imprevisto.  Bisogna fare molta attenzione poiché la guida non è per nulla naturale per il conducente, “individuo costruito” per la velocità a “passo d’uomo” e non per le velocità maggiori in movimento. Egli necessita perciò di apprendimento, e allenamento di specifiche competenze teoriche pratiche per poter affermare di “guidare in sicurezza” in quanto ogni individuo potrebbe superare il proprio limite biologico anche oltre più di 10 volte.

Sono utili i sistemi elettronici? E quanto incide la messa a norma delle strade?

A determinare la sicurezza di guida intervengono non solo i sistemi elettronici e lo stato delle infrastrutture ma decisamente le funzioni del cervello! Esso determina la condotta, la scelta del veicolo, il suo uso e la propensione agli incidenti! La guida in condizioni di traffico reali richiede di affrontare situazioni ad alta complessità in un tempo limitato a disposizione, il conducente deve “controllare” l’azione degli altri utenti della strada che può cambiare repentinamente e in modo inaspettato, oppure la visibilità può essere occultata ad es. da un veicolo di grandi dimensioni, dando origine a vere e proprie situazioni di emergenza. Svenson (1981) e Horswill (2004) hanno rilevato che la maggior parte dei guidatori si sentono più sicuri e più abili rispetto alla media dei guidatori e c’è quindi la tendenza a sovrastimare la capacità di controllare gli effetti delle decisioni ed a rischiare di più.

Velocità massima e velocità pericolosa

Una diffusa confusione che esiste è quella fra “velocità massima” (limite di velocità) e “velocità pericolosa”. La velocità massima è un limite insuperabile, al di sotto del quale l’utente deve scegliere la velocità da tenere in base alle condizioni generali: luminosità, manto stradale, traffico, visibilità, presenza di rischi . Quindi, una velocità pericolosa non è una velocità superiore al limite (come è nella percezione di molti), bensì una velocità al di sotto della massima permessa, non congrua con lo stato dei luoghi. Andare a 50 km/h in città può essere corretto in alcuni tratti ma forse, nei pressi di una scuola, o in prossimità di intersezioni o di strisce pedonali, questa velocità può testimoniare soltanto l’incoscienza del conducente. Applicando quanto visto in precedenza, a 50 km/h stiamo viaggiando quasi a 15 m/s, velocità assolutamente troppo elevata nella circostanza ipotizzata. Ricordiamo infatti che gli spazi di frenata sono anch’essi proporzionali al quadrato della velocità e pertanto a 10 m/s, e cioè “solo” 50 km/h, sono necessari mediamente 25 metri per consentire l’arresto del veicolo in tutta sicurezza.

Distanza di Sicurezza e Spazio di Frenata

“Tanto poi freno, ho i riflessi molto rapidi…”. Dichiarazioni di questo genere sono tipiche di chi non ha ben chiaro il rischio che si corre nel non mantenere un’adeguata distanza di sicurezza, fatto che in condizioni di emergenza riduce il tempo a nostra disposizione per evitare l’incidente. Quanto questo sia vitale per la nostra sicurezza dovrebbe essere ben chiaro alla luce di quel che si è discusso in precedenza. Lo spazio effettivo di frenata oltre a dipendere dalla velocità del veicolo è legato anche dalle condizioni del manto stradale (tipologia dello stesso, stato di manutenzione, se asciutto o bagnato, sua temperatura, ecc.), dallo stato e dalla pressione dei pneumatici, dalle caratteristiche e stato del sistema frenante del veicolo, ecc…
In termini indicativi, lo spazio di frenata netto (quello calcolato dal momento in cui il soggetto preme il pedale del freno) è pari mediamente a V2/100 metri, quindi 5×5= 25 m; a 100 km/h sarà 10×10= 100 m; a 130 km/h avremo 13×13= 169 m. Se la velocità raddoppia lo spazio di frenata quadruplica!

Prudenza e diligenza

(Treccani) La PRUDENZA è l’atteggiamento cauto di chi, per carattere, è portato a prevedere e a valutare con molta attenzione le possibili conseguenze delle proprie azioni e si comporta in modo da evitare di correre rischi inutili e di procurare danni a sé o ad altre persone. (Brocardi dizionario giuridico) IMPRUDENZA si realizza quando un individuo tiene una determinata condotta contraria alle regole sociali che indicano i doveri di accortezza e di prudenza (es.: conducente di un veicolo che passa con il giallo o il rosso e provoca un incidente mortale). DILIGENZA guida attenta e scrupolosa, premurosa esattezza nell’operare e senza distrazioni.

La distrazione alla guida

I seguenti dati analizzati dai ricercatori americani provengono dal Second Strategic Highway Research Program Naturalistic Driving Study.

L’articolo 173 vieta di usare cellulari o smartphone alla guida, anche per mandare sms. Si può telefonare solo usando l’auricolare. Chi vìola queste disposizioni è soggetto a sanzione amministrativa da 161 a 646 euro e alla decurtazione di 5 punti patente. Da notare che i conducenti dell’emergenza sanitaria non sono esentati da queste regole e da altri tipi di distrazioni in genere, tranne che ci si trovi in un reale stato di necessità ma comunque bisogna sempre valutare la sicurezza, quindi che l’azione sia proporzionata al pericolo.

Art. 177 codice della strada

  1. I conducenti dei veicoli di cui al comma 1, nell’espletamento di servizi urgenti di istituto, qualora usino congiuntamente il dispositivo acustico supplementare di allarme e quello di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu, non sono tenuti a osservare gli obblighi, i divieti e le limitazioni relativi alla circolazione, le prescrizioni della segnaletica stradale e le norme di comportamento in genere, ad eccezione delle segnalazioni degli agenti del traffico e nel rispetto comunque delle regole di comune prudenza e diligenza.

Art. 2054 codice civile

Comma 1 e 2. Il conducente di un veicolo è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli.

Conclusioni

Prendiamoci qualche minuto per “ripensare” alla nostra esperienza di guida, figlia del nostro essere, del nostro modo di pensare e di interpretare l’esperienza di vita ma ricordate… un nostro errore di valutazione, sottovalutazione o sovrastima delle nostre capacità potrebbero in futuro creare conseguenze molto gravi al resto dell’utenza stradale, ne vale la pena? il principio informatore della circolazione ci offre un ottimo riassunto su ciò che “dovremmo sempre fare su strada”, nello specifico l’art. 140 del cds, al c1. ci rammenta… “Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”.

Saper essere, saper fare, saper pensare, saper guidare!