Nei servizi di soccorso preospedaliero devono essere utilizzati mezzi pensati per aiutare il soccorritore a risolvere velocemente qualsiasi problema critico. E sono i dettagli che a volte fanno la differenza fra un intervento da ricordare e uno da dimenticare.
Quali sono i dettagli di una ambulanza che possono fare la differenza nel soccorso preospedaliero di emergenza. In parole povere: da quale ambulanza vorresti farti soccorrere, se fossi tu il paziente sulla barella in pericolo di vita?
Quando un soccorritore passa dalla parte del soccorso è sempre straniante. Può capitare per piccoli infortuni, ma anche per situazioni di grave pericolo. Vedere i propri colleghi – o quelli di un’associazione differente – che con cura e attenzione ti rilevano i parametri, applicano le medicazioni o immobilizzano il rachide è una situazione difficile da spiegare. Ma lo è ancora di più quando vieni caricato in ambulanza e – non dovendo operare – inizi a guardare quelle che sono le disposizioni e le tipologie di supporto che il mezzo fornisce ai soccorritori, permettendo loro di lavorare in sicurezza e senza complicazioni. Questo articolo nasce da questo particolare punto di vista: un viaggio da paziente, ma con qualche esperienza da soccorritore alle spalle.
La disposizione dei materiali migliora l’esito di un soccorso?
E’ vero, non serve farsi male per entrare in questo mondo di design e logiche “ingegneristiche”. Esistono diversi studi condotti nel tempo che cercano di umanizzare e razionalizzare la disposizione dei presidi medicali, affinché gli operatori che stanno alla testa del paziente, o al suo fianco, riescano a ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. E’ da questi studi che prendono spunto le nuove ambulanze per il soccorso preospedaliero. Un tema molto attuale riguarda, per esempio, la disposizione e la gestione dei materiali sanitari. Uno studio effettuato in Pennsylvania infatti ha fatto emergere come una scarsa organizzazione e standardizzazione dello stoccaggio dei device, possa portare a errori clinici importanti. E il rischio clinico è una delle tematiche su cui lavorare di più, in futuro, per rendere il soccorso sempre più efficace.
Cosa guardare quando si pensa ad una nuova ambulanza?
Se nella realtà americana ci sono necessità diversificate, anche per il tipo di personale paramedico, infermieristico o medico a bordo, in Italia le necessità sono diverse. Le ambulanze sono pensate spesso con personalizzazioni estreme, riconoscibili ma non certo facili da utilizzare da parte del personale avanzato. Ogni associazione decide il proprio allestimento, pensando certamente a come deve essere facile portare il materiale per il primo soccorso sulla scena. Ma a volte si dimentica il confronto perché l’ambulanza possa essere un buon posto di lavoro per i medici e gli infermieri che ASL o 118 mettono sul mezzo quando c’è un caso critico da gestire. Migliorare la disposizione del materiale nel caso in cui il paziente sia grave e necessiti di assistenza medica-infermieristica nel percorso di rientro verso l’ospedale è certamente un punto da non dimenticare, quando si progetta una nuova ambulanza. Statisticamente – lo dicono diverse ricerche – è quello il tragitto più pericoloso non solo per la guida, ma anche per i potenziali errori clinici.
Il tempo in emergenza: fare presto e non sbagliare è una relazione complessa
Alla fine, il materiale deve essere disposto in modo che sia sempre raggiungibile in sicurezza, e ci faccia perdere il meno tempo possibile. L’allestimento deve essere progettato per venire incontro alle necessità dei soccorritori e delle attività che devono svolgere. Se non uso mai il ventilatore polmonare perché l’anestesista-rianimatore arriva in automedica con il suo, lo posso posizionare in un punto di backup? Se la suction unit è necessaria ma ingombrante, la posso alzare o abbassare per ridurre il fastidio? Se mi servono spesso – per esempio – i kit di intubazione e ventilazione, li posso mettere su tutte le ambulanze in un punto dove siano facilmente raggiungibili e individuabili dal sanitario che opera alla testa del paziente?
Il rischio clinico e la prevenzione in ambulanza: SI. PUO’.FARE!
Nel 2012 queste domande se le è poste Douglas Kaupas, nello stato della Pennsylvania. Ha analizzato il modo in cui si stoccavano i dispositivi medicali dentro all’ambulanza. E su 5 EMS providers (paragonabili alle nostre centrali del 118) ha notato che c’erano rischi di confusione, gestione delle scadenze e commistione fra farmaci per almeno 38 tipologie diverse di errori potenziali. 16 errori ad alto rischio clinico, 14 errori a rischio moderato e solo 8 errori a basso impatto. Dall’uso di fiale con colorazioni simili, allo stoccaggio nello stesso cassetto di garze soffianti e garze normali, o alla mancata indicazione del tipo di gas medicale che esce dalle bocchette dell’impianto a ossigeno. Sono questioni importanti: l’errore clinico causa 100.000 morti all’anno solo in America. Gli stessi morti che avvengono per arresto cardiaco. Ma l’errore clinico può essere evitato!