Durante le audizioni degli specialisti dell’emergenza-urgenza alla Camera dei Deputati la SIIET si è focalizzata sulle soluzioni da implementare per riformare il 118. “L’infermiere può influire in maniera significativa sulle attività di 118 e di Pronto Soccorso”.
Basta attendismi. Siamo di fronte ad una situazione insostenibile e la riforma del sistema di emergenza-urgenza non è più una questione di scelte, ma di necessità. Si può sintetizzare così la posizione della SIIET, che è stata ascoltata alla Camera dei Deputati durante le audizioni dell’indagine conoscitiva promossa dalla XII Commissione permanente su sanità e affari sociali.
Soluzioni immediate per salvare la prima risposta sanitaria agli italiani
Di fronte alla disgregazione di un sistema 118 che non è più attraente per i professionisti sanitari è necessario prendere – il prima possibile – una strada legislativa per riformare il settore. La SIIET – con l’intervento del suo presidente Andrea Andreucci – ha proposto diversi punti su cui muovere questa riforma, che sono molto chiari:
- Istituire un ente nazionale che permetta di uniformare il sistema di risposta su tutto il territorio nazionale. La struttura dovrebbe essere inquadrata all’interno del Ministero della Salute, e avrebbe funzione di raccordo fra il sistema pre-ospedaliero e quello ospedaliero di emergenza-urgenza;
- Integrare i sistemi di risposta preospedaliera e ospedaliera, per razionalizzare l’uso delle risorse professionali – non solo infermieri, ma anche medici – agevolando così la qualità degli interventi stessi, perché con maggiore attività si tengono alte le skills e le competenze;
- Creare percorsi ad accesso rapido per le urgenze minori, sfruttando strutture territoriali, tecnologie e risorse professionali adeguate su tutti i territori. Il sostegno della medicina del territorio e l’implementazione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità permetterebbero di contrastare il sovraffollamento dei Pronto Soccorso;
- Implementare rapidamente il numero europeo 116117, che garantisce una gestione migliore delle necessità urgenti senza far gravare tutto sul Pronto Soccorso;
Valorizzare il personale che sa già operare: infermieri di emergenza
Per dare nuova energia al sistema è necessario puntar su chi ha già le competenze per operarvi: l’infermiere di emergenza urgenza. Gli infermieri hanno infatti già dimostrato il loro valore e le competenze che ogni giorno mettono a disposizione della collettività. Pertanto SIIET ritiene necessario:
- Un’iniziativa legislativa atta a colmare un vuoto normativo che oggi è d’inciampo alla progettazione di sistemi performanti e rispettosi delle risorse. Normare il campo di azione e di autonomia della figura infermieristica in emergenza e urgenza, slegandola da anacronistiche visioni di sussidiarietà, anche in applicazione della Legge n.24 dell’8 marzo 2017;
- L’istituzione di profili di competenze per il personale che opera nei setting di emergenza-urgenza;
- L’istituzione di corsi di lauree magistrali ad indirizzo clinico ed il conseguente riconoscimento valoriale del ruolo.
Sistema pre-ospedaliero: uscire dall’Emergenza
La proposta di SIIET per una riforma organica del sistema parte dai bisogni dei cittadini. Il modo in cui si può soccorrere un paziente è cambiato negli ultimi trent’anni, ma il sistema non si è adeguato. “SIIET sostiene da tempo, insieme a medici e volontari, che serva procedere all’unificazione delle centrali operative almeno a livello interprovinciale. Serve una rapida ed uniforme implementazione del NUE112 in tutta Italia. E bisogna riconoscere autonomia e responsabilità all’infermiere che opera sui mezzi di soccorso. Ci sono già PDTA e algoritmi di trattamento che permettono il mantenimento delle funzioni vitali, il trattamento del dolore e i trattamenti per i percorsi delle patologie tempo-dipendenti.
Un sistema di soccorso più semplice è più efficace
SIIET, nella sua proposta, ha scelto di sostenere il modello organizzativo più efficace e diffuso: tre livelli di soccorso, con l’utilizzo di personale di base (non sanitario o volontario con skill BLSD), personale avanzato a leadership infermieristica e un livello di risposta d’elite, impiegato in condizioni di emergenza critica, con un team multidisciplinare di specialisti. In questa casistica – che rappresenta il 3-5% dei casi trattati in 118 – dovrebbero operare staff composti da infermieri, medici MEU oppure medici anestesisti-rianimatori.
Una riforma da fare per necessità, non per scelta
“La riforma del sistema di emergenza sanitaria non è una scelta, è una necessità” ha spiegato alla Camera il Presidente della SIIET Andrea Andreucci. “È giunto il momento di riconoscere ai professionisti il loro straordinario impegno e di investire le risorse necessarie per garantire un servizio di emergenza sanitaria di alta qualità per tutti.
L’infermiere è professionista indispensabile del “sistema salute”, ormai fulcro irrinunciabile di qualsiasi contesto emergenziale.Figura con peculiarità uniche e trasversali, spendibili sia nel sistema preospedaliero di emergenza, tramite l’assistenza diretta erogata sui mezzi di soccorso o nelle centrali operative, che nei pronto soccorso, dal triage alle sale emergenza, fino alle terapie intensive e degenze ad alta intensità di cure.
La Società italiana degli infermieri di emergenza rinnova la disponibilità a continuare un costruttivo dialogo con le Istituzioni, per la progettazione di un sistema di emergenza e urgenza aggiornato, performante, efficace e sostenibile.