Il punto di partenza è “Grazie”. A coloro che lo sono stati, che lo sono tutt’ora e che lo saranno un domani. Scritta così può apparire enigmatica o senza senso, ma basta solo un attimo e qualche riga in più, per trasformare il tutto e renderla comprensibile a chi la legge.
Grazie a coloro che lo sono stati: eh sì, grazie a chi ci ha preceduto e con tanta pazienza ci ha insegnato. Grazie a chi ci ha fatto conoscere il mondo del soccorso e del volontariato. Attraverso il loro esempio ci hanno spronato a non aver timore, a imparare, che donare è bello come ricevere e talune volte anche di più.
Grazie per non averci lasciato soli in quei momenti di incertezza, spesso dettata dall’inesperienza di noi giovani reclute, accompagnandoci invece alla comprensione degli eventi e dei nostri stessi errori, questo per non doverli ripetere ancora.
Grazie perché ci hanno trasmesso, la passione e la dedizione, che questo mondo richiede; dove presto e bene, molte volte “devono” andare assieme, anche se tutto fa pensare il contrario.
Ma soprattutto grazie, per aver tollerato e compreso le nostre esuberanze, spesso inopportune, dettate dalla giovane età e dall’irrefrenabile voglia di fare, anziché di pazientare, ascoltare e capire.
Grazie a coloro che lo sono tutt’ora: a tutti i colleghi, uomini e donne, ragazze e ragazzi, che quotidianamente nel silenzio – alcune volte imbarazzante – delle istituzioni; offrono sé stessi, il loro tempo, le loro energie e quanto di meglio hanno da offrire, per quella collettività che quasi sempre, li conosce solo come (“i soccorritori”). Da sempre, sotto quelle divise dai molti colori, battono forte tanti cuori colmi di solidarietà, altruismo e amore che, ai giorni d’oggi, sono merce sempre più rara. A voi tutti cari colleghi e colleghe arrivi un mio abbraccio e un grazie immenso per esserci, sempre e comunque.
A quanti lo saranno un domani: parlo a voi, nuove generazioni, magari ancora troppo giovani per affrontare il mondo del soccorso, ma certamente non immaturi per comprendere il grande valore del volontariato. Siate voi le nuove “Luci di speranza” per il nostro domani. Abbiate fiducia in voi stessi e non siate titubanti, riceverete più di quanto immaginate.
Certo, non tutto sarà rose e fiori, ma la grande maggioranza di chi mi legge ora, troverà in questo mondo, molte delle risposte che da tempo attende alle innumerevoli domande che spesso capita di porsi:
- Cosa fare del mio tempo libero?
- Come posso rendermi realmente utile agli altri?
- Come trovare un valore aggiunto nella mia quotidianità?
- Potrò distinguermi da chi solo critica senza nulla fare?
- Sarò in grado di affrontare la sofferenza, porgendo la mia mano?
Chissà quali e quante altre ancora ne avete, ma non temete di sperimentare e iniziare mettendovi in gioco; con l’aiuto di quanti (lo sono stati prima) scoprirete che nulla è così difficile, se non il convincere sé stessi di essere in grado di poterlo fare.