Presentato a Palazzo Madama il disegno di legge Cantù, sostenuto da tutto il mondo del soccorso pre-ospedaliero e dei Pronto Soccorso. Cosa hanno detto i protagonisti?

ROMA – Un DDL supportato dai dati, dalle evidenze scientifiche e dalla condivisione. E’ questo il lavoro – titanico – che la senatrice Maria Cristina Cantù ha presentato stamattina a Palazzo Madama. Il DDL Cantù – rivisto e riscritto rispetto alla passata legislatura – è stato presentato insieme a tutti gli esponenti del mondo scientifico, che rappresentano gli operatori attivi ogni giorno nel sistema sanitario pre-ospedaliero e di Pronto Soccorso. I medici della AROI-EMAC e della SIMEU, gli infermieri di ANIAARTI e di SIIET, i tecnici autisti-soccorritori del COES, i volontari del soccorso di ANPAS, Croce Rossa e Misericordie. Al loro fianco, per raccontare i casi di studio principali da cui nasce questa riforma, i tecnici di Regione Lombardia e Regione Piemonte, Alberto Zoli e Carlo Picco.

Perché il DDL 224 Cantù è una buona riforma?

La proposta della senatrice della Lega è riuscita nel difficile intento di mettere allo stesso tavolo, uniti e concordi, tutte le anime del mondo del soccorso. “L’interazione si basa per gran parte su dati ed evidenze palesi – spiega il Direttore Generale di Azienda Zero Piemonte Carlo Picco. Il miglior impatto gestionale di un sistema regionalizzato, l’efficacia di controllo e analisi delle piattaforme tecnologiche su cui si fonda il NUE112 e, non per ultimo, i modelli internazionali di riferimento che mettono medici e infermieri nella stessa squadra che opera sia in Pronto Soccorso che in ambulanza sono i punti cardine”. Questo “riordino del sistema di emergenza sanitaria pre-ospedaliera e di integrazione con il sistema ospedaliero di emergenza-urgenza” segna quindi una vera svolta.

Il Presidente FIASO Giovanni Migliore e la senatrice Maria Cristina Cantù

Basta compartimenti stagni, è il momento dell’uniformità.

L’ispirazione del DDL alla Carta di Riva e alle dichiarazioni di Firenze, redatte dopo il Congresso CEU2023, sono chiare. Davanti a più di 3.000 esperti del mondo del soccorso è stato detto e ribadito ciò che il DDL Cantù mette sottoforma di norma: “Oggi è necessario evitare di seguire visioni antistoriche – ha spiegato la Senatrice Cantù – perché dobbiamo garantire un abbattimento dei tempi di risposta al cittadino. Una maggiore integrazione fra i sistemi significa garantire un più veloce passaggio del paziente verso ciò che più gli è necessario”.

Una riforma basata solo sui dati, grazie al NUE112

Il modello Cantù – che vede un 118 regionalizzato e uniforme a livello nazionale – è però possibile solo grazie all’introduzione del NUE112. “Oggi presentiamo casi di sistemi regionali che già funzionano – ha spiegato la senatrice – e andremo a lavorare su questo. Dipaneremo dubbi sul miglioramento complessivo. Ma sia chiaro che revisioni di questo genere non si fanno ad ogni cambio di Governo”. Anche perché una volta impostato un sistema chiaro,  saranno poi i dati a governarlo. E solo i dati possono dire sei il cittadino che viene curato da quel sistema di emergenza è soddisfatto.

Gli indicatori per un buon soccorso: tempi, qualità e logica

Alberto Zoli, DG AREU Lombardia

“Oggi i dati parlano chiaro – spiega Alberto Zoli, Direttore Generale di AREU – e l’efficienza della centrale fa la differenza. Il 112 in 40 secondi da un’indirizzo alla richiesta del cittadino. Ed è la centrale di secondo livello che poi fa la differenza. Noi sappiamo – perché abbiamo analizzato qualche milione di telefonate – che con il doppio passaggio, su un percorso di chiamata di 3 minuti, abbiamo ridotto il tempo di attivazione del mezzo di 43 secondi. Devo sottolineare questi dati perché in sede di commissione parlamentare ho sentito dire cose false. Oggi il falso è dire quello che si dice senza avere dati in mano. Noi – oggi – non sappiamo quali sono stati i tempi di risposta del 118 in era pre-112. Per stabilire la qualità abbiamo bisogno di un servizio che ci dia dati chiari, e il 112 a livello Europeo è l’unico servizio che lo può fare”.

Un sistema dove l’infermiere è al centro del sistema

Andrea Andreucci, presidente SIIET

La grande forza di questo DDL, riconosciuta da tutti e sottolineata da SIIET, sta nel riconoscere – come in tutto il resto del mondo – la forza di una figura sanitaria intermedia specializzata al centro del modello. L’infermiere è davvero quel professionista che può – trent’anni dopo la fondazione del 118 – rappresentare il valore concreto di avanzamento del sistema: “Sono tanti i DDL presentati per aggiornare un sistema vecchio di trent’anni” spiega nel suo intervento Andrea Andreucci, presidente SIIET. “E bisogna sottolineare che la Senatrice Cantù ha presentato un DDL che va incontro alle richieste delle società scientifiche. In trent’anni abbiamo assistito a un’evoluzione delle professioni, delle competenze dei professionisti, delle tecnologie. Il soccorso è evoluto a livello di filosofia, anche perché è cambiata la necessità di salute della cittadinanza. Nel mio ruolo di presidente SIIET voglio sottolineare come oggi vengano valorizzati gli infermieri e il loro ruolo nel setting di emergenza.  Il ruolo dell’infermiere va valorizzato per le loro competenze di base, per le competenze avanzate che dimostrano di avere, per ciò che in futuro potranno fare sul territorio. Per questo oggi è ancora più necessario parlare di laurea magistrale a indirizzo clinico sull’emergenza-urgenza. Sistemi regionali virtuosi e diversi hanno da tempo identificato l’infermiere come figura appropriata per la gestione dei bisogni in emergenza-urgenza pre-ospedaliera, con autonomia e responsabilità, come si legge nel DDL Cantù. Una proposta legislativa dove si affida un ruolo importante alle società scientifiche nella formazione continua, e nella revisione degli strumenti operativi del professionista. Il sistema ha bisogno, ora, di concretizzare rapidamente una legge. E’ tempo di rendere omogeneo, sostenibile, performante e aggiornato il sistema sanitario pre-ospedaliero”.

Un sistema finalmente in mano a chi studia anni per fare emergenza

Fabio de Iaco, presidente SIMEU

Ma anche i medici di emergenza-urgenza hanno apprezzato la proposta: “C’è del buon senso in tutto quello che è stato detto – sottolinea Fabio de Iaco, presidente di SIMEU – e punti assolutamente positivi. Ma la realtà è dura: bisogna affiancare la riforma ai lavori sul DM70 e il DM77. Bisogna avere il coraggio di dire che il ruolo dei medici e degli infermieri di emergenza-urgenza è unico e non può essere sostituito da corsi di 6 mesi per l’abilitazione territoriale. Bisogna avere la concretezza di definire dove stanno le competenze del medico e dell’infermiere, ovvero nel lavoro sia intra-ospedaliero che pre-ospedaliero, mettendo tutti nello stesso centro, perché solo così le skills e la gestione sarebbero sostenibili”.

Un sistema 118 senza frammentazioni e per il paziente

Silvia Scelsi, presidente ANIAARTI e IRC

Ma forse la posizione più chiara è stata quella di Silvia Scelsi, che nel suo ruolo di Presidente ANIAARTI e di Presidente IRC ha un doppio compito, quello di rappresentare gli infermieri di area critica e quello dei cittadini “first responders” che applicano il BLSD in caso di arresto cardiaco: “Abbiamo visto in questa proposta grande rispetto per le linee guida, con la consapevolezza che a salvare le vite è un sistema, che è fatto da tante parti. Nessuna è più importante delle altre. Questo ci rispecchia. Ci sono criticità, per qualificare l’esperienza. Ma se togliamo la frammentazione, ci sarà un miglioramento. Dobbiamo ricordare – e lo sottolineo – che noi dobbiamo portare avanti il punto di vista del paziente che vuole essere salvato nel momento del bisogno. In qualsiasi punto d’Italia si trovi, con lo stesso metodo”.

Un sistema che coinvolge i volontari e i tecnici, sempre più autisti-soccorritori

Ad accendere una scintilla di speranza in più è la posizione degli autisti-soccorritori e dei volontari delle OdV. Due realtà che fino ad oggi hanno sempre fatto fatica a trovare un punto di conciliazione, di fronte al DDL Cantù hanno condiviso strategie e metodi di lavoro. “Per gli autisti-soccorritori ci sono termini importanti: uniformità, sistemi, strutture. La regolamentazione della nostra attività è mancata per diverse ragioni. Ma è importante oggi andare a definire obblighi e competenze” ha commentato Daniele Orletti, presidente della COES. Non distante dalle posizioni del Presidente Nazionale di ANPAS Niccolò Mancini: “Il DDL che abbiamo analizzato ci porta a lavorare insieme, con tutti. Le reti nazionali ci sono, esprimono numeri importanti, e vogliono garantire al sistema di avere il supporto di sussidiarietà che c’è sempre stato. Oggi il volontariato intervene in quali l’80% delle chiamate di emergenza. Oltre all’intervento, garantiamo il coinvolgimento della popolazione su tematiche importanti per le comunità. Avviciniamo il cittadino alla conoscenza del sistema. Per questo apprezziamo il lavoro fatto sul DDL, che segue le richieste e le proposte di chi, il 118, fino ad oggi lo ha fatto”.

Il DDL 224 per il riordino del sistema di emergenza sanitaria preospedaliera e l’integrazione con il sistema ospedaliero di emergenza urgenza è quindi pronto ad affrontare la Commissione Affari Sociali, Welfare e Salute. Il suo destino sarà arrivare ad approvazione prima del prossimo Congresso CEU, nel 2025?