Per la prima volta un defibrillatore portato sul luogo di un arresto cardiaco da un drone automatizzato ha contribuito al salvataggio di un essere umano. E’ accaduto in Svezia, ed è una notizia molto importante.
Il 9 dicembre potrebbe diventare la giornata mondiale dei defibrillatori volanti. Non è uno scherzo: il 7 dicembre 2021 a Trollhättan, in Svezia, è avvenuto il primo intervento su paziente reale usando un drone defibrillatore. La persona in arresto cardiaco – un uomo di 71 anni – è stato ripreso ed è giunto in ospedale in buone condizioni.
La zona meridionale della Svezia è coperta, oggi, da un servizio unico al mondo, realizzato dalla Everdrone. L’azienda garantisce una copertura con drone-defibrillatore al servizio sanitario locale, capace di anticipare l’intervento sanitario effettuato con ambulanza o elicottero di diverse decine di minuti. Soprattutto in caso di arresto cardiaco improvviso, avere un defibrillatore a portata di mano può garantire un ritorno della respirazione spontanea molto veloce ed efficace. “Sono stato salviato da una tecnologia rivoluzionaria che dovrebbe essere usata dappertutto” ha commentato il paziente – oggi perfettamente ristabilito.
Cosa è successo realmente con il drone defibrillatore?
Il drone della Everdrone è stato messo a disposizione con un servizio completo di air delivery, chiamato EMADE. La catena della sopravvivenza con l’inclusione dei droni è testata nella regione di Vastra Gotoland, una contea a sud di Oslo. Ma veniamo al primo caso al mondo registrato dal 112 di soccorso con DAE drone: Il 9 dicembre a Trollhättan un uomo di 71 anni si sente male all’interno della sua automobile. Siamo nel primo pomeriggio e ci troviamo lungo la autostrada che va verso il North Älvsborg Hospital. La fortuna vuole che nei pressi dell’auto ferma a bordo strada passi subito un’auto di un medico, il dottor Mustafa Ali. La sua chiamata al numero di emergenza e la richiesta di un DAE fanno attivare il progetto EMADE. L’inizio immediato del massaggio cardiaco e l’arrivo del velivolo in 3 minuti dalla chiamata, praticamente azzerano i rischi per il paziente. Dopo l’iniziale trattamento che ha portato ad un ROSC pressoché immediato, il paziente è stato ricoverato all’ospedale, poco distante. “Non so spiegare quanto sia grato a questa nuova tecnologia di invio dei defibrillatori” spiega il dottor Ali, che ha ritenuto lo sviluppo del soccorso estremamente gratificante. “Sono stato salvato da una rivoluzione – ha commentato il paziente salvato – perché l’arresto cardiaco può capitare a chiunque, non solo ad anziani con arteriosclerosi come me”.
Quanti arresti cardiaci potremmo salvare con i defibrillatori?
Sono circa 275 mila i pazienti in Europa, e 350 mila negli Stati Uniti, che soffrono di OHCA (out-of-hospital cardiac arrest). Il 70% degli OHCA accadono nelle abitazioni delle persone, senza un defibrillatore sul posto. Il tempo di risposta delle ambulanze è spesso troppo lungo per riuscire ad azzerare i danni neurologici a lungo termine, e soprattutto le chance di sopravvivenza di una persona in arresto calano del 7% ogni minuti che scorre dal collasso. Oggi il survival rate di un arresto cardiaco sfiora il 10%, ma nuove tecnologie e la diffusione dei defibrillatori possono incrementare di molto questo valore. L’idea della Everdrone potrebbe aiutare molto a superare lo scoglio della mancanza di un DAE sul posto di un arresto cardiaco: si stima che oggi il servizio possa raggiungere con pochi droni e DAE circa 200.000 svedesi in una zona abitativa molto complessa. L’obiettivo di Everdrone è di espandere il servizio in tutta Europa nel corso del 2022. Dopo innumerevoli tentativi e test il sistema è stato vagliato e raccontato sul European Heart Journal. Questo case report servirà agli specialisti del Center for Resuscitation Science al Karolinska Institute di Stoccolma, e al servizio SOS Alarm and Region di Västra Götaland per migliorare gli standard opertivi