Roberto Speranza durante il convegno organizzato da FIASO per i trent’anni delle aziende sanitarie pubbliche lancia diversi temi che tracciano il futuro della sanità. Al primo posto la qualifica di lavoro usurante per il Pronto Soccorso e il 118 che fanno parte dell’area di emergenza-urgenza. 

ROMA – Il Congresso della FIASO di ieri ha dato al pubblico dei lavoratori sanitari una delle più belle fotografie dell’impegno e della cognizione che la politica sta avendo del mondo del soccorso. Due anni di estrema emergenza hanno insegnato molto, e oggi davanti al sacrificio irripetibile dei sanitari di emergenza-urgenza arrivano le prime chiare informazioni su un futuro che – forse non subito, ma certo nei prossimi anni – potrebbe essere più roseo e più efficace. 

“La lezione del covid-19 – ha dichiarato infatti al Congresso FIASO il Ministro della Salute Roberto Speranza – ci deve dare tanti insegnamenti. Dal 2010 al 2019 mettevamo un miliardo in più all’anno sul fondo sanitario nazionale. Durante gli ultimi 3 anni ho messo +10 miliardi in quel fondo. Dobbiamo ancora lavorare per far crescere le risorse strutturali e ordinarie, abbiamo impegni per altri 4 miliardi nei prossimi 2 anni. Ma non basta invertire la tendenza al disinvestimento”. 

Speranza si riferisce ancora al lavoro in corso grazie ai fondi europei sulla sanità: “Ci sono anche le risorse straordinarie. In questo caso l’Europa dopo una prima fase non semplice sul covid ha fatto partire i fondi Recovery, Next generation, PNRR. Alla sanità grazie a quei fondi arriveranno 20 miliardi in un colpo solo. Così tanti soldi non si erano mai visti prima. Per la rima volta ci sarà un PON focalizzato sulla salute da 625 milioni. E’ un messaggio di fondo che da l’idea di sviluppare una programmazione europea”. 

Tanto lavoro in questi mesi è stato fatto anche sulle assunzioni: “Abbiamo finanziato 17 mila borse, il triplo del periodo pre-covid. In due anni abbiamo tolto l’imbuto formativo. Nei prossimi anni l’ospedale avrà risorse umane mediche che non bastavano. Dobbiamo dire la verità alle persone, però. Non sono disponibili subito. Finanziare la borsa non significa che hai risolto il problema del personale medico. La politica è programmazione. La mascherina e il ventilatore li compri, ma un professionista non lo trovi così, lo devi formare. Gli investimenti delle borse ci aiuteranno tantissimo ma non sono risorse immediate, usabili ora in questo istante. Sto cercando soluzioni possibili ed è chiaro che non abbiamo tantissime strade, anche tramite le risorse in fase specialistica. E’ un dato di fatto se vogliamo dare una risposta. Il ministro Messa (Università e ricerca) collabora ed è consapevole di questa sfida. Per una fase di transizione avremo bisogno di usare risorse in modo intelligente, ma fra 3 / 4 anni, quando entreranno a regime le borse finanziate, sarà un’altra situazione”. 

Alla fine del suo intervento il ministro ha poi fatto la dichiarazione che renderebbe onore e merito ai professionisti dell’emergenza urgenza: “Senza fare retorica e demagogia dobbiamo capire serenamente che cosa si può fare. Dobbiamo investire sulle tecnologie, sui dati. Ma l’investimento sul personale rimane il tema principale. Sul Pronto Soccorso proprio negli ultimi giorni ho scritto al Ministro Orlando perché il comparto dell’emergenza-urgenza possa essere considerato lavoro usurante. Come sapete c’è una discussione su questo tema e noi dobbiamo dare dei segnali. Nella passata legge abbiamo investito 90 milioni di euro come indennità, dovremmo lavorare ancora per dare merito alle donne e agli uomini che dedicano la propria vita in uno dei luoghi essenziali della nostra sanità che è stato e sarà sempre sotto pressione”. A questa presa di posizione del ministro hanno risposto con grande entusiasmo diverse società scientifiche e sindacati, che hanno visto negli ultimi anni abbandonare per eccesso di stress centinaia di medici, personale che ha visto scarso riconoscimento economico del proprio impegno, ed un eccessiva erosione del proprio tempo-vita. Così la fuga dal Pronto Soccorso è diventata endemica, con un gran numero di professionisti che si sono associati in cooperative per fornire gli stessi servizi in PS, ad un prezzo molto più vantaggioso, con un carico di responsabilità e attività fuori turno minori.