L’accoltellamento di più vittime avvenuto giovedì pomeriggio nel centro commerciale Milanofiori di Assago è un caso emblematico delle maxi-emergenze terroristiche che possono accadere quando e dove meno te lo aspetti. Ecco un paio di informazioni utili per il mondo dei soccorritori che si possono trovare in scenari simili.

MILANO – Quando un uomo di 46 anni, alle 18.30 di giovedì, ha iniziato ad accoltellare i passanti nel cuore del centro commerciale Milanofiori di Assago, nessuno era pronto per affrontare una maxi-emergenza. L’aggressore con precedenti problemi psichici ma incensurato, ha preso un coltello dagli espositori ed ha iniziato a colpire a caso i passanti, ferendo 5 persone e uccidendone una.

La formazione in ambiente tattico: mentalità e dispositivi

Nel momento in cui è iniziata la caccia alla vittima da parte dell’assassino sono arrivate le prime – disperate – chiamate al NUE112 e sono stati attivati i soccorsi. Come sempre accade, i primi ad arrivare sul posto sono stati i mezzi sanitari affiancati da Polizia Locale e dalle forze dell’ordine. Fortunatamente il killer era da solo, ma la possibilità che in quei frangenti l’accoltellatore sia affiancato o sostenuto da un gruppo terroristico rimangono altissime. Ecco perché bisogna essere preparati nel modo giusto e con le competenze adeguate per affrontare scenari tattici e – sempre e comunque – di mass bleeding critico. In questo caso AREU ha dispiegato soccorritori preparati per l’emergenza, affiancando rapidamente in ambiente urbano l’equipaggio HEMS con capacità e formazione di massimo livello, e una conseguente possibilità di trasportare i feriti più gravi nell’ambiente di cura più adeguato e non solo più vicino. Un modo di utilizzare l’elisoccorso in ambiente urbano che da tempo è premiante nelle metropoli.

Avere competenze di medicina tattica aiuta?

Secondo le ultime ricerche internazionali, avere competenze di medicina tattica in ambiente civile aiuta ad approcciare lo scenario e il paziente in modo più cauto e programmato. Il riconoscimento precoce di una situazione mass-bleeding permette di usare tourniquet ed altri presidi specifici di derivazione militare. Se la gestione delle vie aeree non cambia molto, in generale i gruppi che conoscono linee guida tattiche hanno maggiore attenzione all’applicazione dei principi TECC. Purtroppo in Italia – e non solo – non è obbligatorio studiare e formarsi sull’approccio tattico in ambiente civile, nonostante la letteratura dopo gli attacchi in Francia e in Inghilterra ne consigli caldamente l’apprendimento.

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Le squadre specialistiche possono aiutare in queste situazioni?

Su Rescue Press, nei mesi scorsi, abbiamo pubblicato un approfondimento del dott. Nicola Bortoli e del dott. Luca Panizza sul tema, che da un sondaggio approfondito hanno estratto diverse considerazioni utili a chi deve migliorare le proprie conoscenze sanitarie per operare nel 118. E’ importante infatti che il sanitario conosca le procedure di sicurezza e di soccorso durante la minaccia diretta, quelle di intervento durante minaccia indiretta e quelle – spesso di maggiore importanza – che permettono di tutelare il ferito. Durante la fase di evacuazione.

Quanti e quali presidi sono presenti sulle ambulanze in caso di emergenza terroristica?

Dal campione preso in esame durante la Survey dei due professionisti è emerso che poco più del 50% degli intervistati ha in dotazione un tourniquet sull’ambulanza e lo sa usare. Ma soprattutto è emersa la completa assenza di presidi per la gestione delle emorragie massive è stata dichiarata da 51 intervistati su 154, pari al 35% degli equipaggi. Un’ambulanza su tre quindi, potrebbe non avere a bordo ciò che serve per fare una buona gestione dei una maxi-emergenza.

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