Il 17 novembre si terrà una nuova manifestazione nazionale dei medici di Pronto Soccorso. Si chiamerà “Servizio Sanitario Nazionale in Golden Hour” per richiamare i 60 minuti più importanti nel salvare la vita di un paziente. Ma il Governo sarà pronto per operare Pronto Soccorso e 118 in situazione critica?
Medici ed Infermieri del Pronto Soccorso e del 118 si danno di nuovo appuntamento in piazza a Roma il prossimo 17 novembre accompagnati anche dai cittadini-pazienti uniti in un corale appello rivolto al nuovo Ministro Orazio Schillaci per sollecitare provvedimenti urgenti indispensabili per sanare le attuali difficoltà strutturali del Sistema
ROMA – Un anno dopo la prima manifestazione i medici di Emergenza Urgenza che operano nel 118 e nei Pronto Soccorso tornano in piazza. Come sempre, senza un vero e proprio sciopero ma con una manifestazione che non lede i diritti di essere soccorsi dei pazienti e dei cittadini, ma dimostra e testimonia come sia ormai impossibile proseguire in questo percorso senza fine verso il baratro, che viene ogni giorno intrapreso dal Sistema Sanitario Nazionale. A Roma, in Piazza Castellani, medici e infermieri del Pronto Soccorso e del 118 aderenti a SIMEU, società italiana della medicina di emergenza urgenza, protesteranno contro la situazione di desertificazione dei sistemi di emergenza. Una protesta – spiega in una nota la SIMEU “apolitica, apartitica, senza scopo di lucro, portata avanti da un soggetto civile, voce attiva di professionisti sempre più in difficoltà nel rispondere alle reali esigenze di aiuto dei cittadini”.
Senza i pronto soccorso muore l’accesso al servizio sanitario universale
Quello che era stato chiesto un anno fa è ancora lontano dalla realizzazione, ma il settore sanitario dell’emergenza urgenza persegue nel suo stato di enorme crisi. La condizione di inefficenza dell’emergenza-urgenza italiana ha bisogno nuovamente di essere posta al centro del dibattito, fra reparti senza medici, sistemi che funzionano grazie alle cooperative esterne, amministrazioni che per “coprire” le esigenze arrivano ad assegnare doppi ruoli ai medici che potrebbero trovarsi a fare sia Pronto Soccorso che 118 nello stesso momento. E – bisogna sottolinearlo – non saranno un migliaio di sanitari no-vax a sopperire all’enorme problema che stanno vivendo i reparti. “La condizione di estrema e pericolosa sofferenza dell’Emergenza Urgenza italiana esige purtroppo ancora di essere testimoniata pubblicamente di fronte alla sede di lavoro del nuovo Ministro della Salute, in Piazza Castellani sul Lungotevere Ripa” scrive nella sua nota la SIMEU.
Con decisioni rapide e importanti l’operatività dei Pronto Soccorso può essere salvata?
La nota di SIMEU è impietosa rispetto alla situazione, annunciando quello che è un vero bollettino per prepararsi alla guerra d’inverno: I tempi della politica purtroppo sono molto più lenti dei tempi delle necessità. Ma c’è ancora tempo per salvare l’emergenza urgenza dalla crisi nella quale è sprofondata a causa di decenni di errori di programmazione? “Nell’ultimo anno abbiamo ottenuto il giusto riconoscimento identitario della nostra disciplina, grazie al Decreto su denominazione ed equipollenze” afferma il Presidente Nazionale dott. Fabio De Iaco “ma non può che essere un punto di partenza di una riforma sostanziale. Per scongiurare lo smantellamento dei servizi cui stiamo assistendo impotenti è necessaria una nuova visione strategica, che tenga conto delle mutate condizioni e delle nuove necessità e intervenga in tempi brevi e con decisione, per salvare il Pronto Soccorso italiano, partendo dalle proposte dei professionisti ma soprattutto dalle esigenze dei pazienti”. Sta infatti prendendo vita un’inedita alleanza con i Cittadini, sempre più consapevoli della condivisione degli obiettivi con i Professionisti della Sanità, soprattutto coloro che nelle moltiplicate difficoltà attuali continuano a garantire l’assistenza, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno.
Serve un sistema 118 e di Pronto Soccorso equo, sostenibile, parificato in ogni città
Secondo il dott. Antonio Voza, Segretario Nazionale SIMEU “Amore e passione per una disciplina cosi incisiva sulla vita dei cittadini non mancano! Sono carenti le condizioni nelle quali operiamo che debbono assolutamente essere rifondate”. La medicina di emergenza urgenza è la “GOLDEN MEDICINE” in quanto opera in quella che tecnicamente è considerata la “GOLDEN HOUR” il preziosissimo tempo che va da pochi minuti a poche ore che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente. Un compito cruciale e difficile, che richiede specialisti preparati e non lascia spazio all’improvvisazione e all’approssimazione. “Bisogna saper usare le mani come un chirurgo, la testa come un internista, avere presenti gli scenari possibili come un rianimatore” ci dice il dott. Giorgio Carbone, già presidente SIMEU “tutto questo non può che tradursi in grande professionalità e corretta formazione. Non ci si può improvvisare specialisti di una materia non propria. La mercificazione della salute NON può far bene ai pazienti” aggiunge il dott. Beniamino Susi, Vicepresidente SIMEU “l’esternalizzazione di competenze cliniche penalizza gravemente la qualità delle prestazioni offerte, che in emergenza-urgenza rappresentano uno snodo vitale per i cittadini”. Senza dimenticare – segnala ancora SIMEU – l’altro gravissimo problema che paralizza i servizi di emergenza: la difficoltà al ricovero per mancanza di posti letto. Sempre secondo Beniamino Susi “oltre ai tanti indicatori fino ad oggi presentati sulle conseguenze dei pazienti che attendono per giorni in barella, è molto significativo il dato che nel giro di 10 anni l’indice di mortalità in Ps si è moltiplicata in quanto sono aumentati per numero i pazienti critici che un tempo avrebbero trovato posto nei reparti di degenza che purtroppo oggi invece attendono troppo a lungo un posto letto. Questo è indegno per una nazione evoluta”
Se non si cambia, non ci saranno più giovani dottori nelle corsie del Pronto Soccorso
Il problema che questa enorme crisi genera – acuita dal covid ma già presente da anni – diventerà endemico se non si prospetta ai giovani medici specializzandi un progetto di crescita e di vita professionale sostenibile. “Noi ci sentiamo GOLDEN DOCTORS” afferma Angela, un’entusiasta specializzanda MEU “vogliamo fare il nostro lavoro, lo vogliamo fare bene mettendo a frutto le nostre capacità. Siamo bravi e preparati, non abbiamo niente da invidiare ai nostri colleghi stranieri, siamo pronti a lavorare nei dipartimenti facendo la nostra parte.” E aggiunge: “resistere alla tentazione di lasciare l’Italia in queste condizioni è difficile ma dobbiamo farlo a difesa di una disciplina meravigliosa, bistrattata e non compresa. E’ come un paziente che ha bisogno di ossigeno: è come se il SSN fosse anch’esso in “golden hour”. Io decido di lottare qui e di svolgere la mia professione nel tentativo di salvare il Pronto Soccorso dal rischio estinzione”. E’ importante sottolineare anche come non sia solo il medico a vivere questa crisi, ma anche l’infermiere: disagio operativo, un numero abnorme di pazienti da assistere fra boarding e incapacità del sistema di base di offrire strumenti adeguati. “Le nostre competenze troppo spesso vengono messe in discussione senza avere consapevolezza del ruolo concreto e cruciale che esercitiamo quotidianamente nei Pronto Soccorso e sui mezzi del 118″ racconta ancora Franco, infermiere del 118.
Le criticità del sistema sanitario di emergenza da affrontare subito
E’ fondamentale ristabilire il valore e la reale attrattività del servizio di emergenza urgenza – disciplina di fatto centrale ed appassionante – attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei medici ed infermieri MEU, ricorrendo a provvedimenti come:
- Nuove modalità di adeguamento organici
- Riduzione fenomeno del boarding
- Riconoscimento della natura usurante del servizio
- Opportunità di progressione di carriera
- Valorizzazione economica commisurata all’intensità di lavoro
Intanto è necessario ristrutturare il Sistema d’Emergenza Urgenza pre-ospedaliero e intra-ospedaliero attraverso:
- Reale continuità di intervento tra 118 e Pronto Soccorso sotto il profilo operativo e organizzativo, anche attraverso la creazione dei Dipartimenti Integrati d’Emergenza
- Applicazione definitiva del modello intra-ospedaliero composto da Pronto Soccorso, Osservazione Breve Intensiva, Terapia Semi-Intensiva e Degenza di Medicina d’Urgenza
- Centralità della figura specialistica del Medico d’Emergenza Urgenza
- Riconoscimento del ruolo dell’Infermiere di Emergenza Urgenza
“Se vogliamo trasformare l’attuale emergenza da voluta a evoluta non possiamo e non dobbiamo più perdere tempo”, spiega il dott. Andrea Fabbri, dell’ufficio di presidenza SIMEU, “per questo ci rivolgiamo con fiducia direttamente al nuovo Ministro, il prof. Schillaci, cui rendiamo disponibile la nostra esperienza sul campo. Lo inviteremo anche alla riunione di lavoro che coinvolge tutti i Direttori di Dipartimento d’Italia perchè dare ossigeno ai nostri professionisti ed alle nostre strutture è diventata un’esigenza non più rimandabile. Per noi professionisti, ma soprattutto per i cittadini”.