Otto minuti e venti secondi. Cinquecento secondi per gestire la nascita di un bambino tramite telefonata dalla Centrale Operativa 118 della Romagna. Ecco la storia di Vito Riccardi, che ha aiutato mamma Martina a far nascere la splendida Artemisia.

La nascita di un bambino è il momento più felice e più ricco di complicazioni e inaspettati cambiamenti che l’essere umano conosca. Fra questi, il parto precipitoso è sicuramente il momento più bello ma anche più difficile da gestire, perché nessun sanitario può essere sul posto per aiutare la mamma e il nascituro. Così la storia di mamma Martina e della nascita della piccola Artemisia è un case-report da ricordare, come altri che sono stati pubblicati su Rescue Press. Tutte situazioni che sottolineano l’importanza di avere un metodo e un sistema per gestire la nascita imprevista di un neonato. Ecco perché i 500 secondi (8 minuti e 20 secondi) di telefonata fra la mamma Martina e la Centrale Operativa di Romagna Soccorso sono utilissimi per capire l’efficacia delle IPA (istruzioni pre-arrivo) in un evento sanitario come il parto.

500 secondi per capire, gestire e… partorire!

La bimba di Martina infatti aveva particolarmente fretta di nascere. La madre – che si era resa conto di essere in anticipo sul termine previsto e di essere entrata nel travaglio – stava per andare in ospedale quando le acque si sono rotte. “Erano le 6.26 – racconta al Resto del Carlino Vito Riccardi, infermiere del 118 Romagna – ed ero quasi a fine turno. Ho fatto partire subito l’ambulanza, ma quando la partoriente ha chiamato era già iniziata la fase espulsiva. Era tranquilla e le ho detto che, seguendo le mie indicazioni, sarebbe andato tutto bene. Anche sua madre e suo marito sono stati di grande aiuto, ho dato loro delle istruzioni e dei compiti. In quei momenti concitati si cerca di dare supporto alla partoriente. Quegli otto minuti per me sono passati velocissimi, ero emozionato ma bisogna restare concentrati. Dopo il parto ho chiesto di attivare la videocamera per controllare il colorito della mamma e del bambino. Solo una volta terminata la chiamata, dopo l’arrivo dell’ambulanza, ho lasciato spazio alle emozioni”.

Emozione si, ma tanto studio e preparazione per gestire tutto al meglio

Il lavoro degli infermieri di C.O. del 118 non è mai stato semplice: si basa su velocità di comprensione del fatto, efficacia nell’empatizzare con il chiamante per ottenere la sua fiducia, e su particolari istruzioni date per telefono, chiamate IPA (istruzioni pre-arrivo). Sono un modello di suggerimenti al dispatcher (così si chiama in inglese chi gestisce la chiamata di una persona che ha necessità di aiuto) per praticare azioni di supporto vitale non invasivo: le IPA toccano la gestione del parto, delle crisi convulsive, dell’arresto cardiaco, della primaria sicurezza sulla scena su un incidente stradale. Indagando la situazione, l’operatore di centrale può fornire piccoli consigli per gestire meglio una situazione o, nella peggiore delle ipotesi, cercare di tenere in vita una persona con il cuore fermo.

Le istruzioni pre-arrivo, un modello infermieristico da diffondere e studiare

“Nel 2019 abbiamo iniziato un lavoro di particolare attenzione – spiega ancora Marco Vitali, coordinatore di Centrale 118 Romagna – chiedendoci come vengono recepite dagli utenti le istruzioni che noi diamo al telefono. Per capirlo abbiamo fatto delle simulazioni con persone esterne all’ambito sanitario, accorgendoci che le informazioni spesso non venivano colte nel modo corretto. L’operatore del 118 ha chiare le manovre, ma è difficile comunicarle e farle applicare da chi è sul posto. Abbiamo fatto uno studio su questo, col supporto di una psicologa e di un mental coach. Volevamo capire qual è il metodo più efficace per fare in modo che il messaggio che diamo all’utente passi facilmente e venga messo in pratica. Sappiamo che tutto ciò è condizionato da forte stress”. È così che è stato messo a punto un protocollo di istruzioni operative in fasi. A piccoli passi si suggerisce all’operatore del 118 anche la terminologia da usare per assistere l’utente. “Sono indicazioni semplici – aggiunge Vitali – oltre a domande relative alla posizione del feto nelle ultime ecografie, fondamentali per capire eventuali rischi”. A spingere molto sulla formazione all’utilizzo delle IPA, oggi, sono anche le stesse società che rappresentano gli infermieri, come la SIIET. Se ne parlerà a fondo durante il Congresso di Emergenza Urgenza 2023 di Firenze. Alle IPA è stata dedicata una sessione di presentazione davvero interessante, nei giorni 30-31 marzo e 1 aprile.

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