Il racconto di un desiderio, di un sogno: diventare autista-soccorritore, condurre le ambulanze. Ma anche di quante responsabilità comporti, e di quanto sia difficile nella realtà.
Da grande voglio guidare le ambulanze.
Chissà quante volte lo abbiamo sentito dire dalla voce entusiasta dei bambini o magari proprio dai nostri figli durante i loro giochi. Siamo sinceri, noi tutti da ragazzini abbiamo subíto il fascino dei mezzi di emergenza, il frastuono delle sirene, il blu ipnotico dei lampeggianti accesi, vedendoli sfrecciare sulle nostre strade, ci siamo abbandonati anche noi nella nostra fantasia, immaginando gli scenari più improponibili o improbabili.
Non importava se erano macchine della Polizia o Carabinieri, ambulanze o Vigili del Fuoco. Quello che ci bloccava per strada, bambini imbambolati ad osservarli con occhi spalancati e bocca aperta, era la visione di questi eroi senza paura e senza macchia, che simili a prodi paladini correvano in aiuto di chiunque li avesse chiamati.
Poi il tempo passa e tutti noi si cresce;
In molti durante la maturazione adolescenziale dimenticano il loro sogno fanciullesco e si focalizzano su percorsi di vita diversi. Altri invece rimangono fedeli al loro desiderio primordiale e perseguono l’obiettivo che si erano prefissi: diventare autista di ambulanza.
Ma cosa comporta l’ambulanza?
Cosa comporta in termini di preparazione e responsabilità la guida di questo veicolo immatricolato come “Autoveicolo per uso speciale / Uso proprio”, attrezzato per il trasporto di infermi o infortunati, nonché per il servizio di pronto soccorso e dotato di specifiche attrezzature di assistenza.
In questo ultimo decennio si sono moltiplicate in modo esponenziale società e privati che propongono “corsi di guida sicura” per mezzi di emergenza rivolti a coloro che, professionisti o volontari, debbano porsi alla conduzione di una ambulanza in ogni situazione di marcia, condizione atmosferica e traffico. Vorrei porre l’accento sul punto che a mio avviso è fondamentale: durante questi corsi, si trattano argomenti teorici e pratici, prevalentemente rivolti alla sicurezza nella guida e non alla velocità stile “rally”.
Sia chiaro, questi centri di formazione devono essere di comprovata serietà e abilitati, meglio ancora se aderenti al “Protocollo per la formazione avanzata dei conducenti di veicoli stradali, finalizzata al miglioramento della sicurezza stradale. Linee guida per la definizione di uno studio sugli effetti dei corsi di formazione alla guida sicura” siglato con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 22.09.2009.
Ma cosa rende così complicato e al contempo affascinante il diventare autista soccorritore di ambulanza?
Questa figura è in attesa di definizione al Senato della Repubblica, sia come professionista che come volontario. Per affrontare questo argomento bisogna inizialmente analizzare il veicolo al quale dovremmo porci alla guida.
Per comodità e solo per quella, utilizziamo come parametro di valutazione il mezzo sicuramente più diffuso presso associazioni, ANPAS, Croce Rossa e Misericordie, ovvero il Fiat Ducato, le cui motorizzazioni preferite sono solitamente il Turbo Diesel Multijet con cilindrate variabili tra 2.3 cc. fino al 2.8 cc. mentre in alcuni allestimenti è ancora presente il 3.0 cc. Sono motorizzazioni, queste, in grado di erogare potenze comprese tra 120 e 180cv, prevalentemente scaricati sulla trazione anteriore. Le velocità massime raggiunte sono di tutto rispetto, si va dai 150 km/h fino a toccare i 180 km/h e oltre. Il rapporto in accelerazione da fermo è estremamente interessante vista la tipologia di veicolo che stiamo analizzando.
Insomma non abbiamo per le mani un giocattolo o un’utilitaria, viste anche le generose dimensioni. Certo non stiamo neppure guidando un camion, ma nonostante tutto l’attenzione deve essere attivata in modalità “HIGH“. Chi si pone dunque l’obiettivo di guidare questo mezzo allestito da ambulanza, deve assolutamente ricordarsi questi punti chiave, tutti racchiusi in un unico paragrafo chiamato PREPARAZIONE. Un argomento che toccheremo la prossima settimana, con nove punti e una storia personale.