Il fotoreporter Alessandro Conti ha portato il suo aiuto in Ucraina accompagnando la colonna umanitaria di Colors For Peace Italia. Ecco il suo reportage dal fronte, dove la prima vittima è il futuro segnato dei bambini che fuggono.

SIGHETU MARMATIEI (Romania) – Il compito più difficile, in questa guerra, è cancellare dagli occhi dei bambini l’atrocità delle bombe e la paura di perdere i propri genitori. Alla frontiera di Sighetu Marmatiei fra Romania e Ucraina questo enorme fardello è sulle spalle dei volontari. Fra questi c’è la giovanissima Daiana, vent’anni, una ragazza rumena che al mattino fa supporto psicologico per i bambini, e al pomeriggio scarica gli aiuti umanitari con gli altri volontari. Daiana è nell’associazione “Colors For Peace” e staziona davanti ai gabbiotti della frontiera, tutti i giorni, con due armi imbattibili: un sorriso sincero e dei peluches nascosti dietro la schiena. Orsacchiotti, colori e giochi arrivano da tutta Europa grazie alla collaborazione con le associazioni territoriali e internazionali . Ma queste armi di distrazione di massa poco riescono a fare davanti a chi ha negli occhi e nella mente i lampi e i rumori della guerra. Daiana e tutti i volontari che accolgono i profughi ucraini alla frontiera stanno cercando di combattere con la forza dell’umanità una sfida che appare impari. Lottano per dare speranza ai profughi, che vogliono tornare nella propria casa e la immaginano distrutta dalle bombe.

Il lavoro di Colors for Peace Italia di S.Anna di Stazzema (MS) è supportato dalla ENVAM di Massa e dalla Robert F. Kennedy Human Rights Italia e non si limita solo al supporto in frontiera . Essi infatti sono riusciti attraverso le sinergie delle comunità locale e quella italiana coadiuvate da sedi di Anpas , Misericordie e Croce Rossa Italiana  a creare un vero e proprio supporto consegnando dall’inizio della guerra 13tir di aiuti umanitari facendo tappa alla Colors for Peace Romania per poi essere suddivisi e consegnati ai campi di accoglienza profughi sul territorio ucraino attraverso la chiesa ortodossa . Veri e propri centri di accoglienza dove madri e figli vengono accolti e supportati in tutto. L’area di interesse è quella della Transcarpazia fino a toccare la periferia di Leopoli . Un impegno questo costante che ha visto anche l’invio di aiuti umanitari a mezzo ferrovia alla città di Kiev negli scorsi giorni .

Le foto scattate da Alessandro Conti su questa frontiera raccontano la resistenza quotidiana all’abominio della guerra. “Fino a quando ci saranno bambini che condividono giochi con chi non ne ha più, con chi fugge lasciando dietro di sé qualsiasi ombra di felicità negli occhi, c’è speranza che la guerra possa finire”.