Per la Medicina d’Emergenza Urgenza italiana è arrivato il momento del riconoscimento. Il ritrovo è fissato al Congresso Nazionale SIMEU di Riccione, dal 13 al 15 maggio. Formazione, impegno, e qualcosa di più: la certezza di essere professionisti di altissimo livello, che non possono essere considerati carne da macello.

E’ il momento in cui, finalmente, ci si può rivedere in viso e si può di nuovo discutere di persona. I medici di emergenza urgenza che hanno affrontato la pandemia nella trincea dei Pronto Soccorso si meritano un momento per guardarsi alle spalle con la coscienza di aver fatto bene il proprio lavoro.  Certo, non è il momento delle celebrazioni formali: il Congresso SIMEU è soprattutto formazione, come da sempre viene richiesto dai medici di Emergenza Urgenza, lontani dagli stereotipi universitari ed estremamente attenti alla qualità della formazione che viene loro erogata.

Il Congresso Nazionale della SIMEU di Riccione, dal 13 al 15 maggio, sarà di certo l’occasione di fare il punto sulla strada da intraprendere per il futuro della professione e del dipartimento che essa rappresenta. “Navigando verso il futuro, consapevoli del proprio passato” è il tema di questo congresso che vuole affrontare problemi reali della vita di Pronto Soccorso. A partire dalla gestione dei pazienti a fronte di un drammatico calo degli specialisti attivi. Ogni mese è come se cinque PS chiudessero in Italia, fra rinunce e dimissioni.

A questo enorme problema si somma il classico sovraffollamento, il blocco delle ambulanze per la mancanza di posti letto e barelle, i fortissimi sintomi da burn-out e overstress che vanno gestiti con particolare attenzione e percorsi. Queste sono le maggiori criticità che incontra nel quotidiano lo specialista di Pronto Soccorso. Ma come sempre, il metterci le mani e la testa, fa del Congresso SIMEU un momento per vedere e capire come risolvere i problemi dei pazienti.

 

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