Nonostante la forte crisi politica in atto nel Governo Draghi, i senatori della Commissione Sanità sono al lavoro perché vada in porto la figura professionale dell’autista-soccorritore. Abbiamo intervistato il  Senatore Gaspare Marinello per capire a che punto siamo, e cosa serve per concludere l’iter parlamentare.

Gaspare Marinello

Il senatore Gaspare Marinello del Movimento 5 Stelle

ROMA – Anche se il mondo politico è in subbuglio per la crisi di Governo, c’è chi continua a lavorare per realizzare le normative pensate durante gli ultimi 5 anni e oggi, vicinissime alla realizzazione. In particolare, nel mondo sanitario, si parla sempre più spesso della figura dell’autista-soccorritore. La figura che conduce le ambulanze e le automediche in tutta Italia da trent’anni è alla ricerca di una profilazione legislativa adeguata, che possa tutelare il lavoratore sia dal punto di vista dell’impegno sanitario, che da quello dell’impegno durante la conduzione del veicolo in situazioni di emergenza, estremamente complesse, critiche e pericolose.

Una legge per dare credibilità (e profili legalmente riconosciuti) al 118 e ai suoi soccorritori

Il primo disegno di legge presentato per colmare il vuoto normativo è stato merito dell’impegno del Senatore Gaspare Marinello, parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha messo in campo la sua idea di autista-soccorritore nel marzo del 2019: “L’elaborazione iniziale del DDL 1127 – spiega Marinello – è nata grazie al confronto con le associazioni di categoria e con un obiettivo speciale: dare una formazione e un contorno normativo adeguato a dei soccorritori che nel tempo hanno acquisito capacità incredibili. Chiaramente abbiamo pensato ad una figura professionale per l’autista-soccorritore con una formazione efficace, fornita sempre prima che si possa andare a condurre il veicolo di emergenza in situazioni complesse”.

Il DDL nel corso degli anni ha visto diverse modifiche. Se inizialmente si parlava di un corso teorico-pratico di circa 1.000 ore, oggi la mediazione dei senatori della Commissione Sanità – guidata dalla senatrice di Italia Viva Annamaria Parente –  si è concentrata su un piano di studio vicino alle 450 ore. Alla discussione hanno partecipato tutti: le associazioni che rappresentano gli autisti-soccorritori, le realtà associative e infine anche le realtà professionali che con gli autisti-soccorritori devono lavorare.

Ma quale testo sta per diventare legge per gli autisti-soccorritori?

“La struttura emendata ad oggi – spiega Marinello – è stata realizzata con una interfaccia continua fra la Commissione e il Ministero della Salute. L’impianto ora è il più adeguato possibile, per vari motivi. 450 ore sono corrette se pensiamo che il personale laico deve essere a servizio durante il soccorso del personale sanitario. Deve conoscere quindi una teoria minima di soccorso sanitario sui temi del primo soccorso, del BLSD e del PBLSD, e soprattutto sul tema dell’immobilizzazione e della movimentazione in sicurezza. Poi c’è la doverosa formazione sulla guida sicura in emergenza. L’idea è che il corso da autista-soccorritore abiliti all’attività, e tutti gli autisti-soccorritori devono far parte di un registro nazionale, senza distinzione fra personale pubblico, personale privato, personale volontario”.

La scommessa sui tempi: se non cade Draghi…

I tempi per arrivare a conclusione di questo iter però sono agli sgoccioli. Se il Governo durerà, entro fine anno è necessario chiudere la partita. Se i tremori dovuti a una litigiosità continua fra le forze a sostegno di Draghi saranno maggiori, il passaggio dovrà essere ancora più veloce. “E’ il momento di chiudere l’iter legislativo e concorda con me sia la Senatrice Parente che tutta la Commissione Sanità: c’è la disponibilità di tutti affinché si chiuda questo percorso arrivando ad una definizione univoca dell’autista-soccorritore. Attenzione, stiamo parlando dell’autista-soccorritore e non del soccorritore. Sono due cose ben diverse. Oggi al Senato sono presenti più DDL. Alcuni riguardano proprio la figura del soccorritore laico affiancato ai sanitari o formato per attività di first responder. Se si vuole intraprendere quel percorso, serviranno formazioni specifiche per il personale laico ma sarà un percorso parallelo. L’autista da questo punto di vista deve effettuare più formazione teorica e pratica, perché la guida è una cosa importantissima”.

Soccorritore e autista-soccorritore: differenze sostanziali ma unità di intenti

La possibilità molto concreta è che il DDL rientri sotto altre forme in un decreto ministeriale, per concludere un percorso annoso si, ma ricco di confronti e di miglioramenti. “Sono sempre stato abituato a parlare con tutti, e sono fiero di questo: non sono né un autista-soccorritore nè un infermiere. Sono un medico. Ma so che è giusto normare e migliorare l’esistenza di queste due figure. Ci vuole qualcosa che li possa indirizzare. Anche se sono alla mia prima esperienza legislativa, ho fatto 4 DDL e due di questi hanno dato contributi importanti alla figura dell’infermiere di famiglia, che è stato inserito nel Decreto Rilancio, e ora all’autista-soccorritore. Io spero davvero che si chiuda positivamente questo iter, anche se non ci sarà il mio nome sulla legge. Quando ho fatto le mie esperienze in Ospedale, nei Pronto Soccorso siciliani, ho lavorato fianco a fianco con questi professionisti e so che per migliorare l’efficacia della sanità di emergenza è necessario incrementare l’assistenza territoriale, renderla migliore, e rendere migliore anche il servizio di emergenza pre-ospedaliero. Dare formazione, dignità, e un quadro normativo chiaro per individuare al meglio i professionisti credo sia doveroso soprattutto verso il paziente. Su questa cosa c’è la convergenza di tutti i partiti” conclude Marinello.

Il punto di Rescue Press: In conclusione… bravi tutti?

Sembra quindi essere giunto l’atto finale, che potrebbe diventare un decreto ministeriale. Da un lato verrebbe normato il ruolo dell’autista-soccorrritore, che con 450 ore di formazione minima diventerebbe un primo atto in Italia per questa figura, già molto strutturata in altre realtà europee. Ma al suo fianco potrebbe nascere anche un percorso unico sul territorio nazionale -condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni, dal Ministero della Salute e dalle organizzazioni di volontariato – per costruire il profilo del soccorritore. Un percorso articolato su 200/250 ore di formazione equiparabile alla figura dell’EMT di primo livello che esiste già in tante realtà, e che garantirebbe così una preparazione sanitaria univoca per tutti i volontari e professionisti oggi formati in modo non uniforme nel nostro territorio. Su quali saranno le possibilità di vedere questi due pezzi di riforma del 118 inseriti nei prossimi decreti ministeriali è ancora presto per fare scommesse. Ma che l’impegno congiunto delle associazioni di categoria, dopo la nascita della Carta di Riva nel settembre del 2021, abbia portato così velocemente ad una riforma parziale del sistema di soccorso, è davvero un unicum nella politica italiana. Il segnale che – uniti come una squadra – anche le diverse anime del 118 possono costruire qualcosa di davvero importante per il futuro del settore.