Realizzato nei mesi scorsi, il workshop di alta qualità per il personale militare alla Scuola di Sanità e Veterinaria Militare dell’Esercito è stato un successo. Affrontati gli aggiornamenti sulle nuove procedure di immobilizzazione e monitoraggio del soggetto politraumatizzato.
ROMA – Negli scenari tattici in cui operano le Forze Armate, muovere un soldato ferito in totale sicurezza può diventare estremamente difficile. In zone complesse è quindi necessario essere formati sullo stato dell’arte delle pratiche medicali di immobilizzazione e monitoraggio. Per questo motivo la Scuola di Sanità e Veterinaria Militare dell’Esercito ha organizzato lo scorso 8 giugno un evento ECM, invitando esperti della rete dell’emergenza territoriale per formare il personale militare alle migliori pratiche di immobilizzazione, estricazione e monitoraggio dei pazienti affetti da trauma.
Il corso – legato alle ultime novità evidenziate dalle linee guida PHTLS[1] – è stato realizzato in collaborazione con Ferno Italia e Iredeem, ed ha permesso a 50 tra medici, infermieri e altri professionisti sanitari dell’Esercito di aggiornarsi per ridurre i rischi legati alla mobilizzazione del paziente traumatizzato e alle ultime tecnologie per il monitoraggio delle funzioni vitali durante il trasporto. Grazie ad un lungo lavoro di analisi e confronto, è stato possibile testare sul campo nuovi metodi per il salvataggio dei feriti a bordo di veicoli blindati, con particolari tecniche ideate appositamente per i mezzi dell’Esercito: “Siamo molto soddisfatti di attività come questa – spiega il Comandante della Scuola, il Colonnello Giuseppe Algieri – perché la Scuola di Sanità e Veterinaria Militare è da sempre orientata verso obiettivi capacitivi. Non è pura accademia, ma una formazione sullo stato dell’arte eminentemente pratica, con una fortissima componente “Hands-On”. Quello che davvero ci interessa in via prioritaria è che il personale sanitario, al termine delle attività, abbia ampliato il bagaglio di conoscenze e soprattutto acquisito o migliorato le proprie capacità di soccorso”.
La formazione per l’Esercito è un elemento fondamentale, visti i tanti scenari operativi in cui esegue le sue attività rivolte sia agli operatori militari che ai civili: “Se non ci fosse formazione non potremmo operare, perchè in operazione non c’è spazio per l’improvvisazione; questo è possibile solo grazie ad un intenso programma di studio e di addestramento. La nostra Scuola è il punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la formazione della componente sanitaria della Forza Armata, a 360 gradi”.
A rendere ancora più coinvolgente la giornata è stata anche la passione e la determinazione dimostrata dai 50 frequentatori presenti, che hanno evidenziato curiosità e attenzione sui nuovi principi di restrizione spinale ed estricazione: “Chi sceglie di ricoprire un ruolo sanitario in uniforme deve essere in possesso di un duplice pre-requisito: un background formativo specifico, ovvero una laurea afferente alle professioni sanitarie, e ovviamente l’idoneità al servizio militare condizionato. Ma entrambi questi aspetti sono solo l’inizio di un intenso percorso professionale che, coniugando formazione continua e lavoro con impegno e determinazione – conclude il Colonnello Algieri – consente al nostro personale di applicare efficacemente manovre come quelle apprese durante questo corso, in situazioni emergenziali e in contesti critici, sempre con competenza, qualità e professionalità”.
[1] Pre-hospital Trauma Life Support