Il 24 agosto 2016 un sisma di magnitudo 6.0 devastò il centro Italia, fra Lazio Marche e Umbria. La ricostruzione e le lezioni apprese 6 anni dopo

Le 3:36 del 24 agosto 2016 resteranno nella memoria di ogni italiano. In quel momento la terra iniziò a tremare violentemente ad Accumoli, propagando le sue onde sismiche ad Amtrice, Norcia, Arquata del Tronto. 303 persone morirono quella notte, schiacciate dalle macerie. Interi paesi furono sbriciolati dalla forza della natura. Sei anni dopo, continuano i tributi d’affetto e di ringraziamenti ai primi eroici soccorsi, che misero le basi per una gestione dell’emergenza affiatata tra Protezione Civile, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e sistema sanitario. 

Duemila giorni di lavoro per ricostruire 25 miliardi di danni

2.190 giorni dopo il sisma, la Commissione governativa ha pubblicato un rapporto che fotografa il territorio colpito, facendo emergere un quadro diverso rispetto a quanto avvenuto dopo i primi tentativi di ricostruzione. Ai 6 miliardi di danni sugli edifici pubblici infatti si sono aggiunti 19 miliardi di danni sugli edifici privati. La semplificazione per le ricostruzioni degli edifici privati o ad uso produttivo si è consolidata, con 10.000 cantieri aperti in 24 mesi. Sono stati conclusi 365 cantieri e ne sono previsti altri 1.000 nei prossimi 12 mesi. La ricostruzione – nonostante il Covid, nonostante la crisi economica e la guerra – prosegue con tanti cantieri e tante iniziative per la ripresa del tessuto sociale del territorio, devastato dalla enorme cicatrice che i crolli e le zone non più sicure hanno causato. 

Elezioni: un momento di empasse da non sottovalutare

Il Governo Draghi – grazie al PNRR – ha assegnato un miliardo d 780 milioni di euro al Centro Italia, per un totale di 825 progetti finanziati nella zona del cratere e dedicati a rigenerazione urbana, messa in sicurezza degli edifici, connessioni digitali, comunità energetiche, infrastrutture, supporto all’insediamento delle attività produttive e la realizzazione di quattro laboratori per i beni artistici con cinque centri di alta formazione per la ricerca.  Lo stop dovuto alle elezioni ovviamente frena questa rincorsa allo sviluppo. IL varo del testo unico delle ordinanze è fermo (era previsto il via ad ottobre) così come la nuova piattaforma digitale gestionale per rendere trasparenti le procedure di assegnazione dei fondi.  “Adesso e nel futuro la ricostruzione dipenderà sempre più dall’esercizio responsabile delle funzioni  di ciascuno, a partire da quelle di tutte le articolazioni istituzionali centrali, regionali e locali”. Spiega il Commissario Straordinario del Governo sulla Ricostruzione, Giovanni Legnini. “Ma per  ricostruire  in  tempi  ragionevoli,  non  sono  necessarie  solo  norme,  procedure,  risorse  e  personale: occorre  che  l’intera  comunità  della  ricostruzione  proceda  solidalmente.  Bisogna  che  vengano realizzati  e  presentati,  oltre  a  qualche  migliaio  di  progetti  pubblici,  altri  28.000  progetti  di ricostruzione privata, molti dei quali riguardano aggregati edilizi complessi, e un tale sforzo collettivo dipende anche dalle attività e dalla qualità dei rapporti tra i cittadini e i professionisti. E poi serve l’apporto costante delle imprese e la disponibilità di un numero elevato di lavoratori, per consentire di  dare  concretezza  e  compiutezza  a  questo  enorme  cantiere  diffuso.  Senza  un  ampliamento  del numero  di  professionisti,  imprese  e  lavoratori  impegnati  nella  progettazione  e  realizzazione  delle opere, non sarà facile corrispondere alle legittime e pressanti aspettative dei cittadini. La speranza è che ciò possa verificarsi presto, con l’avvio di una fase meno convulsa della stagione dei Superbonus. L’auspicio è che tutti possano esprimere al massimo quella forza e quella fiducia che sono necessarie a dare solidità alle speranze e al futuro di questi territori”.

Leggi il rapporto sulla ricostruzione del Governo qui