Nei giorni scorsi un parco acquatico è stato chiuso perché il defibrillatore era scaduto: ma cosa significa? Quali rischi comporta non revisionare il DAE, non sostituire le batterie o le piastre di induzione?
Nei giorni scorsi i NAS di Parma hanno effettuato un controllo a tappeto sui parchi acquatici e le piscine di tutta Italia. In molte strutture sono state riscontrate irregolarità pesanti, con rischi diretti per la salute dei bagnanti. Una delle strutture, un parco divertimenti con annessa struttura ricettiva, è stato chiuso – fra gli altri motivi – perché il defibrillatore a disposizione degli assistenti di salvamento era scaduto.
Cosa vuol dire defibrillatore scaduto?
Il defibrillatore è un dispositivo elettro-medicale complesso, che permette di fare un’azione molto semplice ma salva-vita. Con la scossa elettrica erogata premendo un singolo pulsante è possibile tentare di normalizzare l’impulso elettrico del cuore, che si è fermato per una fibrillazione ventricolare. Si chiama de-fibrillazione proprio perché riporta ad un ritmo normale il cuore, che è in uno stato di fibrillazione. Per fare questo però il defibrillatore ha bisogno di due elementi che devono essere sostituiti periodicamente: le piastre per l’induzione elettrica dal device al torace del paziente, e le batterie interne al dispositivo che – come in qualsiasi dispositivo – non sono eterne.
Come sostituire piastre e batterie?
Tutti i defibrillatori che rispettano la normativa sugli elettromedicali e sono forniti di una marcatura CE in corso di validità hanno dei sistemi di autodiagnosi che permettono agli utilizzatori di verificarne lo stato di salute. Ogni assistente bagnante, per esempio, all’inizio del suo turno dovrebbe verificare lo stato di funzionamento del DAE. Se il marker di controllo è verde o lampeggia verde è tutto a posto. Generalmente, se ci sono dei problemi il defibrillatore emette una luce rossa, cambia status di controllo, oppure suona. Questo significa che il DAE va aperto, vanno controllate le date di scadenza delle batterie o degli elettrodi di induzione, e vanno sostituiti i componenti che non sono più validi. La sostituzione è semplicissima, ma il problema è avere i pezzi di ricambio.
Il problema dell’approvvigionamento: cosa sta succedendo?
In questo pazzo 2022 però uno dei tanti settori che sono andati in crisi è stato proprio quello della ricambistica per i device elettro-medicali. Dopo il covid-19 infatti gran parte della componentistica elettronica è entrata in un maremoto di novità e le cosiddette catene di approvvigionamento sono in gran parte saltate. La situazione è diventata complessa per molti dispositivi elettromedicali, defibrillatori inclusi. I tempi di consegna delle piastre e delle batterie dei defibrillatori si sono allungati. Alcuni dispositivi e alcune aziende sono anche scomparsi dal mercato. E’ quindi buona cosa verificare immediatamente lo stato dei propri defibrillatori, per evitare di subire multe salatissime in caso di controllo da parte dei NAS.
E se le piastre o le batterie non arrivano o non ci sono più?
Se le piastre possono comunque funzionare in modo corretto per qualche periodo – anche lungo – dopo la scadenza, per le batterie invece il discorso è più importante. Avere delle batterie di sostituzione dopo 4 anni è fondamentale per evitare di trovarsi con il DAE che non si accende nel momento in cui è necessario. Il processo è identico al controllo degli estintori per spegnere gli incendi. Segnalazioni di piastre scadute non sostituite arrivano da Sardegna e Marche, ma controllare ogni dispositivo sarebbe una prevenzione importante. Potreste scoprire che… il defibrillatore che avete acquistato non esiste più! Con l’arrivo delle nuove normative europee sui dispositivi medicali infatti, alcune piccole marche di nicchia che in passato sono apparse sul mercato (con DAE dai costi ridicoli, a volte sotto i 500 euro) potrebbero non esistere più o non garantire più assistenza su piastre e batterie dei defibrillatori. Questo renderebbe di fatto inutilizzabili molti DAE: è quindi il momento buono per affidarsi a nuove tecnologie, aziende più grandi con dispositivi certamente più costosi, ma anche più affidabili e con manutenzioni più curate. Senza dare indicazioni su un brand piuttosto che un altro, suggeriamo di guardare su internet i prodotti di maggiore qualità e rivolgersi ai venditori con domande chiare.
Ecco cosa chiedere per avere un defibrillatore sicuro nei prossimi 10 anni
Ci sono molte domande che quando si acquista un defibrillatore si rivolgono al commerciante, ma cinque di queste dovrebbero esulare il prezzo finale, lo sconto e la bellezza. Sono domande tecniche fondamentali per installare un device sicuro, che vi aiuterà certamente quando ci sarà bisogno di salvare la vita di una persona colpita da arresto cardiaco improvviso. Le domande sono:
- Il defibrillatore è conforme alla nuova normativa MDR dell’Unione Europea?
- Ogni quanto tempo devo sostituire le piastre? Ogni quanto le batterie? Ci pensate voi ad avvertirmi?
- Ho una piscina: il defibrillatore è impermeabile (grado IP 55 o 65) per poterlo utilizzare vicino all’acqua?
- Il DAE ha un telecontrollo che mi toglie la responsabilità della verifica di malfunzionamenti, aggiornamenti e sostituzione delle parti deperibili?
- Il defibrillatore è segnalato e geolocalizzato nel sistema delle centrali 118? Dove devo tenerlo per renderlo utilizzabile in ogni situazione?
- Ci pensate voi a tenermi aggiornato e ad aggiornare i registri per il mantenimento del DAE in funzione?