Il Congresso dell’Italian Resuscitation Council a Roma si sovrappone al tour italiano della Settimana Viva! dove tutte le associazioni di soccorritori e i centri di formazione sono coinvolti. Croce Rossa Italiana si è imposta come obiettivo 1 milione di compressioni toraciche in Italia durante la giornata dimostrativa del 16 ottobre.
Immaginate migliaia di persone nelle piazze e nei centri commerciali di 19 Regioni d’Italia che, contemporaneamente, sulle note musicali di Stayin’ Alive, applicano il massaggio cardiaco, a ritmo musicale, su migliaia di manichini stesi a terra. È la maratona organizzata dalla Croce Rossa Italiana per celebrare il World Restart a Heart Day (WRAHD), l’iniziativa lanciata dall’International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR) che vuole sensibilizzare le persone sull’importanza delle manovre salvavita. Obiettivo dell’iniziativa CRI: arrivare a 1 milione di compressioni toraciche coinvolgendo le persone mentre fanno la spesa o magari passeggiano per le strade delle principali città d’Italia.
Eventi in tutta Italia grazie a Italian Resuscitation Council
Non è solo la Croce Rossa però coinvolta in questa iniziativa. Il WRAHD nasce su impulso dell’ente globale ILCOR, che riunisce tutte le società scientifiche che si occupano di rianimazione cardiopolmonare. In Italia, sarà la Italian Resuscitation Council a coordinare e dare voce alle centinaia di iniziative per insegnare a tutti i cittadini come si può fare per salvare una vita. L’appuntamento, per tutti, è domenica 16 ottobre. La maratona di Croce Rossa – per esempio – fa tappa a Bergamo, in piazza Pontida, dove dalle 9 alle 18 gli istruttori faranno dimostrazioni di massaggio cardiaco. Durante la giornata saranno organizzati due tentativi di raggiungere il record, il primo alle ore 10 e il secondo alle 16.
L’importanza della Rianimazione cardio-polmonare
Durante i primi minuti di arresto cardiaco nell’adulto, infatti, una certa quota di ossigeno è ancora presente nel sangue e nei polmoni, per cui, le compressioni toraciche iniziate immediatamente potrebbero salvare centinaia di migliaia di vite ogni anno. La possibilità che una vittima di arresto cardiaco possa sopravvivere dipende quindi dal tempo perché, in assenza di manovre rianimatorie, i danni ai suoi organi e in particolare al cervello, diventano irreversibili in pochissimi minuti. La rianimazione cardiopolmonare (RCP) effettuata negli istanti successivi all’arresto, aumenta la percentuale di sopravvivenza del paziente da due a quattro volte.
Le parole della scienza: chi si impegna dal primo minuto, aiuta un essere umano a sopravvivere
A fare la differenza in caso di arresto cardiaco è – da sempre – il fattore tempo, combinato con la disponibilità di defibrillatori e la presenza in zona di una persona in grado di fare massaggio cardiaco. “E’ importante che il nuovo Governo emani i decreti attuativi necessari a mettere in pratica l’ottima legge sull’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni, entrata in vigore un anno fa, che ha introdotto elementi innovativi ed essenziali, come la formazione obbligatoria nelle scuole sulla rianimazione cardiopolmonare e l’obbligo per diversi luoghi molto frequentati (come piscine, palestre, scuole, uffici e stazioni) di installare un defibrillatore, oltre alla tutela legale del soccorritore occasionale che utilizza il DAE per salvare una persona colpita da arresto cardiaco” ha spiegato nel lancio della settimana Viva! la presidente dell’IRC, Silvia Scelsi.
Le statistiche
A causa dell’arresto cardiaco improvviso, in Europa e negli Stati Uniti, circa 700.000 persone muoiono ogni anno. Gli ultimi dati disponibili dicono che l’arresto cardiaco colpisce 65.000 persone in Italia. Il 70-80% di tali eventi avviene nelle abitazioni private, 1/3 degli eventi accade, invece, sul posto di lavoro o in strada. Dopo un arresto cardiaco extraospedaliero, la percentuale totale di sopravvivenza è fra il 2 e il 10%. Questa percentuale sale fino al 56% a seconda del grado di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni a livello territoriale e della presenza di persone capaci di effettuare una buona RCP. Nonostante la possibile efficacia e l’alto grado di sicurezza sia della RCP, sia della defibrillazione con DAE, sono poche le vittime di arresto cardiaco che vengono soccorse dai testimoni. Dai dati EuReCa One pubblicati nel 2014 in Europa, si stima che in Italia questo avvenga in meno del 30% dei casi rispetto ad una media europea del 47.4%. Se si considera che nel nostro Paese avvengono più di 65.000 arresti cardiaci all’anno, è possibile calcolare un numero altissimo di morti legate a questo evento, pari a circa 46.000 ogni anno.