Le prese di posizione di SIMEU e AAROI-EMAC contro le parole del Presidente Anelli – che spalleggia la SIS118 – sono solo la punta dell’iceberg di una frattura nella visione dell’emergenza pre-ospedaliera in Italia. Cosa sta succedendo?

Questa mattina la SIS118 ha organizzato a Roma una manifestazione in piazza Santi Apostoli per denunciare che “i medici del 118 se ne stanno andando”. La protesta – che sarebbe condivisibile viste le ultime notizie sugli sfregi al sistema di emergenza pre-ospedaliero, la fuga di sanitari e volontari sotto stress, e le aggressioni continue – questa volta ha portato ad una rottura fortissima fra chi lavora effettivamente nel sistema di emergenza pre-ospedaliero e chi – invece – millanta una rappresentazione uniforme che in realtà è particolare e minoritaria (e spiegheremo fra poco perché, a dirlo, sono i numeri).

I medici del 118 contro la SIS118 e FNOMCEO: cosa succede?

Succede infatti che il tentativo di riforma che la SIS118 vorrebbe portare avanti presuppone una standardizzazione verso il basso dei sistemi e dei modelli di soccorso, indicando una strada che non è percorribile sia per le risorse necessarie che per la qualità del servizio che il cittadino merita di avere quando è in pericolo di vita. La proposta di Mario Balzanelli – spalleggiata dalla FNOMCEO – è infatti quella di mettere un medico NON specializzato sulle ambulanze del 118. Un modello ben diverso da ciò che sta avvenendo in Italia, oggi, dall’Alto Adige alla Toscana.

SIMEU contraria a posizioni cooperativistiche e minoritarie

I più arrabbiati e offesi sono ovviamente quei medici che si sono specializzati con fatica per diventare medici di emergenza-urgenza oppure medici anestesisti-rianimatori. Si tratta di quei medici che – dopo lunghi percorsi di studio – sono specializzati nella gestione delle patologie tempo dipendenti, degli arresti cardiaci, dei traumi, degli stroke e di tutte quelle casistiche in cui un medico preparato nella gestione dei casi acuti fa la differenza. “Le dichiarazioni che abbiamo sentito non vanno affatto bene: dire che il medico del 118 è un medico profondamente diverso dal medico di emergenza urgenza è una posizione imbarazzante. Un cardiologo è un cardiologo sia quando opera in ospedale che quando opera in ambulatorio”. Allo stesso modo un medico di emergenza urgenza è un medico di questo tipo sia quando opera in Pronto Soccorso che quando opera in automedica, in elicottero o in ambulanza. SIMEU ha sostenuto in questo periodo di crisi i colleghi che pur non essendo MEU hanno portato avanti il sistema di emergenza-urgenza si sono impegnati per implementare la formazione nel proprio percorso. Ma non si aspettavano questa mancanza di rispetto: “Non è possibile sostenere posizioni minoritarie senza un fondamento scientifico. FNOMCEO deve essere neutrale e rispettare la SIS118, la SIEMS (che è molto più rappresentativa), la stessa SIMEU e altre realtà. Ci aspettiamo posizioni che premino il miglioramento”.

AAROI-EMAC: “Il 118 non è la foglia di fico di una medicina generale assente”

Altro acuto, con toni molto più duri, arriva dalla AAROI-EMAC. “Siamo basiti per le confusioni fra il ruolo di presidente FNOMCEO e i retaggi anche sindacali della medicina di famiglia. Quando Anelli sostiene che i colleghi della SIS118 (che è un’associazione privata e non ha nulla di rappresentanza pubblica ndr) sono in prima linea pronti a soccorrere i cittadini nei momenti più drammatici, quando la qualità e la tempestività dell’assistenza possono fare la differenza e salvare una vita, ecco in quei momenti ci aspettiamo che il medico possa operare appropriatamente. Con professionalità, competenze e skill tipiche della medicina ospedaliera. Senza diventare la foglia di fico di una medicina di base assente o quantomeno carente. Spesso questo avviene quando il 118 è chiamato a intervenire in modo del tutto inappropriato, vicariando la continuità assistenziale per necessità sanitarie che non hanno a che fare con le emergenze, se non per diventare servizio taxi. Vagheggiare che il 118 possa garantire un’eccellenza in tutte le Regioni con medici raccolti dalle graduatorie della medicina di famiglia, coadiuvati da infermieri senza nessuna autonomia” non è commentabile. “Secondo Anelli il MET è un professionista del tutto estraneo alle specializzazioni in anestesia-rianimazione e terapia del dolore, alla medicina di emergenza urgenza” ma è proprio la specializzazione ARTID ad aver fatto nascere il servizio 118, ed è il 118 – insieme al Pronto Soccorso – lo sbocco professionale naturale per il MEU”.

Non si vorrà barattare un due per un otto?

Le posizioni di SIMEU e AAROI non sono le uniche che vanno contro la SIS118 e il presidente dell’ordine dei medici Anelli. Ma sono di certo le più chiare e le più vibranti. Il Congresso di Emergenza Urgenza di Firenze, solo pochi mesi fa, ha messo a terra le necessità di tutti gli attori coinvolti nel Sistema pre-ospedaliero di Emergenza e Soccorso. Che parlano di un passaggio epocale, verso il 112, per tutta l’Italia. Il dubbio è che si voglia barattare – per una lotta corporativa – la qualità con i posti di lavoro. Che peraltro non ci sono e non ci sarebbero comunque per tutti. Il 118 sarà sempre composto da un numero enorme di soccorritori volontari, soccorritori tecnici e autisti-soccorritori. Poi ci saranno coloro che dovrebbero (come in qualsiasi altro paese europeo sviluppato) occuparsi della salute a seconda della gravità, ovvero infermieri e medici specializzati nella gestione delle emergenze. Perché mettere in questo sistema – che con il 112 diventerà sempre più organizzato e corale – un sanitario purché sia un sanitario?

E’ ora di finirla con la generalizzazione di medico e di infermiere

Bisogna iniziare a confrontarsi con la realtà: se parliamo di medico o di infermiere non possiamo non parlare di un professionista che si è specializzato in una determinata professione. Ma questa professione non va bene per qualsiasi cosa. Se un infermiere è specializzato in geriatria, è bene che lavori in geriatria e non in ambulanza nell’emergenza. Allo stesso modo un medico. E’ vero che l’emergenza e la mancanza di personale comporta degli strappi alla regola. Ma non può diventare regola essa stessa. Se il geriatra o il medico di base vogliono lavorare in servizio pre-ospedaliero, fra i percorsi MEU avranno studi (che già esistono) per migliorare le competenze. Ma non può esiste che si debba per forza fare il percorso inverso, ovvero che il medico specializzato debba per forza prendere una “licenza operativa” per l’emergenza territoriale.  Questa risulta ancora oggi una delle più assurde regolamentazioni che frenano il miglioramento della qualità nel sistema di soccorso pre-ospedaliero. La speranza è che non sia la lotta per salvare dei posti di lavoro a determinare il 118 del futuro. Ma che sia la capacità del sistema di rispondere alle necessità del cittadino che chiama. E che ha bisogno davvero di un servizio appropriato, per fermare la fuga dei professionisti costretti a fare da tassisti, o dei volontari stanchi di essere trattati come i tappabuchi di un modello fallimentare.

La presa di posizione della SIIET

Anche la SIIET rinnova la volontà di percorrere quell’unica strada, che ha visto convergere la quasi totalità delle Società Scientifiche, nel ribadire la “necessità di una riforma del Sistema di Emergenza-Urgenza pre-ospedaliero che sia rispettosa delle competenze e dei ruoli verso tutti gli attori del sistema. È necessario riconoscere e superare quelle posizioni caratterizzate ormai unicamente da convinzioni preconcette, ben radicate, ma confutabili e confutate nonché anacronistiche. Nello specifico della professione infermieristica, ringraziando in prima persona il firmatario della sopra citata lettera, il Dott. Alessandro Vergallo, auspichiamo ai colleghi e ai decisori politici, una sempre maggiore attenta lettura del contesto e di qual si voglia proposta sul tema: non è accettabile, né sostenibile, ridurre la professionalità dell’infermiere in un “contenitore” di competenze, fatto e finito, limitandone la naturale espressione in termini di autonomia così come di collaborazione con altri professionisti”.