Approvata la delibera sulle linee di indirizzo per la riorganizzazione della rete di emergenza-urgenza in Emilia-Romagna. Un passo storico per uniformare il sistema, potenziare il 118 e creare centri di assistenza territoriali in urgenza

Formazione: un ruolo centrale per tutte le figure, autisti-soccorritori inclusi

Formazione: un ruolo centrale per tutte le figure, autisti-soccorritori inclusi

BOLOGNA – A voti unanimi e palesi, su proposta dell’assessore alle politiche della salute Raffaele Donini, è diventata legge regionale la proposta di un nuovo assetto per il 118 e per il sistema di emergenza-urgenza. Si tratta di una riforma storica, che mette mano a trent’anni di distanza dal primo modello (nato sempre in Emilia-Romagna) al modello di rete d’emergenza-urgenza che coinvolge il 118, il NUE112, il 116117 e le Case di Assistenza e Urgenza territoriali, detti CAU. Il nuovo modello punta a offrire un servizio migliore ai cittadini, ridurre la pressione di richieste sui Pronto Soccorso e razionalizzare l’uso delle risorse, aumentandone la qualità.

NUE112 e NEA116117 saranno nuove punte di diamante nel servizio

NUE112 e NEA116117 saranno nuove punte di diamante nel servizio

Obiettivi chiari: fare il soccorso pre-ospedaliero di emergenza sanitaria lavorando in squadra

La nuova delibera – che è in arrivata dopo anni di studi, verifiche e contrattazioni – vuole sviluppare le capacità e le qualità di risposta del 118. La rete messa in campo vuole coniugare le migliori competenze professionali sanitarie con le opportunità di una rete molto capillare, affinché gli standard di approccio assistenziale aumentino in tutto il pattern della Regione. Questo vuol dire completare la transizione verso il NUE112, attivare un maggior numero di infermieri sulle ambulanze, e uniformare gli equipaggio da Riccione a Castel San Giovanni.

Il supporto della tecnologia in due numeri: 112 e 116117

Il sistema preospedaliero del 118 troverà un supporto fondamentale nell’introduzione del 112, con due centrali, a Bologna e a Parma. Sono previsti 103 operatori in totale, per gestire le funzioni di “regia” delle comunicazioni per Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco e Soccorso Sanitario. Come studiato e verificato dai tecnici e dai professionisti sanitari coinvolti, il NUE112 permetterà di ridurre i tempi complessivi di intervento in tutte le situazioni complesse in cui è necessario un intervento corale, sgravando le singole centrali di un tempo di ri-attivazione critico, e permettendo quindi al soccorso sanitario (quello da sempre al centro, tecnologicamente parlando, del sistema) di essere più rapido e più sicuro nelle sue funzioni.

Infermiere nel 118

Infermiere nel 118: partono le competenze avanzate

Infermieri e medici: ruoli più chiari, autonomie più forti

Il progetto della nuova rete del 118 parte da una riorganizzazione che migliora la risposta sanitaria. Il focus è dare al cittadino il miglior servizio necessario in qualsiasi condizione, al costo adeguato. Questo significa anche dare al sanitario la possibilità di operare davvero rispetto alle sue competenze, e non ingabbiato in un modello troppo parcellizzato. La concentrazione delle centrali 118 sarà tripolare, con in continuo sviluppo del modello Emiiia Ovest- Emilia Est – Romagna. La telemedicina e il Broadcasting delle immagini garantirà un confronto immediato e costante con il medico di centrale operativa 118 e gli equipaggi.  Sarà inoltre esteso  l’uso del verricello e il servizio H24 in tutte le basi HEMS regionali, con l’attivazione delle prime rotte PBN che permetteranno di operare anche in condizioni di scarsa visibilità.

Infermieri e medici: riorganizzazione delle leadership in 118

Con una parificazione dell’organizzazione della rete, si inizia anche a parlare di qualificazione delle risorse. Saranno attivati percorsi di riorganizzazione che diano appropriate risorse sia alle leadership mediche che a quelle infermieristiche. Le aree geografiche saranno divise in urbane, extra-urbane e rurali (dove la bassa densità abitativa, i lunghi tempi di trasporto e la necessità di funzioni avanzate richiedono più attenzione alle competenze).

Medici di emergenza urgenza e anestesisti-rianimatori più coinvolti anche nei Pronto Soccorso

Medici di emergenza urgenza e anestesisti-rianimatori più coinvolti anche nei Pronto Soccorso

Entrano in gioco le competenze infermieristiche avanzate e il lavoro in Pronto Soccorso

La delibera della Regione Emilia-Romagna per la prima volta consentirà di applicare procedure infermieristiche avanzate, su input del medico di centrale operativa. Un modello che permette di dare impiego omogeneo dei sanitari durante le fasi di soccorso. Lo sviluppo di questi percorsi da 100 ore sarà approvato dal coordinamento regionale per l’emergenza-urgenza, e garantirà una frequenza presso strutture ospedaliere all’interno delle reti delle patologie tempo-dipendenti. La stessa attenzione sarà garantita al mantenimento delle skills del personale medico, che avrà garantiti dei periodi di frequenza nei dipartimenti di emergenza-urgenza ospedalieri.

Il volontariato integrato: più formazione, più coinvolgimento

Professionalizzare di più il sistema 118 però poteva voler dire ridurre l’importanza del volontariato nel mondo sanitario. Ma non sarà così. La delibera prevede infatti l’istituzione di un tavolo di confronto permanente fra le rappresentanze del volontariato e l’assessorato, perché il ruolo delle OdV nel soccorso in emergenza è centrale e, in molti territori, imprescindibile. Sarà garantita in modo omogeneo la formazione dei soccorritori di base, che rimangono un pilastro fondamentale per garantire il funzionamento del sistema.

Ruolo chiave per l'assistenza urbana, e il presidio nelle aree rurali ed extra-urbane per il volontariato

Ruolo chiave per l’assistenza urbana, e il presidio nelle aree rurali ed extra-urbane per il volontariato

Ma si va oltre: 116117, CAU e confronto con i cittadini

Insomma, solo fermandosi al 112 e al 118, la riforma è importante e cruciale. Ma ci sono anche gli ambiti di riforma che toccano il 116117 e le CAU, centri di assistenza e urgenza che sul territorio, comandate dall’assistenza ASL territoriale, garantiranno un punto di accesso che sgrava i Pronto Soccorso dei lavori meno gravosi. Insomma: la Regione Emilia-Romagna riforma, nuovamente, il suo sistema sanitario, guardando al futuro e ad esperienze differenti. Ora la “palla” passa ai professionisti e ai cittadini, che saranno agevolati nell’affrontare percorsi di cura e di soccorso più appropriati e meno stressanti.

“Questa riforma, che attueremo in modo graduale e progressivo – spiega Donini– cambierà, in meglio, i servizi di cura e assistenza ai cittadini nelle situazioni di emergenza-urgenza. Non vogliamo correre il rischio della desertificazione dei Pronto soccorso, né chiudere i presidi sul territorio, né tanto meno privatizzare, come altrove sta avvenendo a causa della mancanza del personale sanitario. Ai cittadini diamo la garanzia che in emergenza, cioè a rischio vita, verranno presi in carico in modo ancora più rapido ed efficace. Mentre, per i bisogni di salute a bassa criticità, i cittadini potranno fare riferimento alla rete di Centri di Assistenza per le Urgenze (Cau), che costituiremo in prossimità dei grandi Pronti soccorso, in alcune Case della comunità, nelle strutture sanitarie territoriali già oggi caratterizzate da una gestione pressoché totale di codici bianchi e verdi, e in alcuni poliambulatori dei medici di medicina generale, risparmiando tempo a parità di efficienza di prestazione e di sicurezza. Parliamo di una riforma completa del sistema- conclude Donini- che non ha precedenti nel nostro Paese”.