Dall’inchiesta sul caporalato in ambulanza di Pavia l’inchiesta si è trasferita a Pescara. La First Aid One Italia è stata indagata a livello nazionale. Lavoratori sfruttati, poche ambulanze, sanificazioni non eseguite e maxi ribassi. Sequestri di beni per 10 milioni.

PESCARA – Turbativa d’asta per i servizi di trasporto in ambulanza svolti in Abruzzo, Lombardia, Marche, Umbria, Campania, Lazio e Sicilia. Secondo le Fiamme Gialle, la First Aid One avrebbe messo in campo azioni fraudolente, anomali ribassi dei prezzi e non avrebbe rispettato le condizioni di contratto stipulate con la stazione appaltante. Le accuse che la Guardia di Finanza di Pescara mosse a carico della First Aid One – secondo quanto riporta la stampa maceratese – hanno portato a sequestri di beni per 10 milioni di euro.

L’inchiesta: soccorritori sottopagati, mancate sanificazioni, ambulanze fantasma

Al momento sono cinque gli indagati al centro dell’inchiesta. Le indagini della Guardia di Finanza di Pescara sono partite dopo i rilievi emersi nello scandalo appalti delle ambulanze di Pavia. Questa inchiesta è quindi figlia del filone di indagini iniziato in Lombardia nel 2022. Le cinque persone al vertice della cooperativa, tre siciliani, un laziale e un campano, devono rispondere a vario titolo delle accuse di: turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, caporalato, sfruttamento della manodopera, utilizzo di crediti fittizi e associazione a delinquere.

Evitare il blocco del servizio per i pazienti

Il GIP del tribunale di Pescara, per evitare che i lavoratori vengano licenziati e per evitare che i servizi sanitari subiscano un blocco, ha incaricato un amministratore giudiziario di assicurare la continuità dei servizi. Le attività continuano anche se il fulcro dell’indagine è il servizio di soccorso, assicurato secondo gli inquirenti con un numero di mezzi inferiore a quanto contrattualmente previsto. Inoltre, l’indagine ha notato che i percorsi di sanificazione non erano adeguati agli standard richiesti durante la pandemia. E’ sotto indagine anche l’assenza di sedi idonee per le attività svolta.

Prestanome e ribassi eccessivi

La Guardia di Finanza ha accertato durante le indagini che il soggetto aggiudicante delle gare aveva optato per l’uso di un prestanome, che evitasse l’emersione dell’effettiva gestione di uno degli indagati, già condannato in via definitiva nel 2017 per turbativa d’asta. Inoltre sono finiti al centro dell’indagine anche i ribassi proposti per aggiudicarsi le gare. Ribassi che i sindacati avevano già attenzionato nel 2022, per esempio, all’interno della Regione Marche dove First Aid One si era aggiudicata gli appalti di Fermo, Ascoli, Macerata e Pesaro-Urbino.