Croce Rossa festeggia a livello internazionale. Puntiamo l’occhio su realtà che si stanno distinguendo per impegno e risultati. Cosa ha fatto nel 2020 la Croce Rossa dell’Emilia-Romagna?
Anche quest’anno, l’8 maggio è la festa internazionale della Croce Rossa. Volontari e operatori di tutti i comitati del mondo (sia Croce Rossa che Mezzaluna Rossa) festeggiano il giorno in cui è nato il fondatore Henry Dunant. Una data simbolica, che precede di un mese la tradizionale fiaccolata di Solferino, dove nel 1859 il filantropo svizzero ebbe l’idea di fondare l’ente internazionale più famoso del mondo del soccorso. Se fino al 2019 l’appuntamento era un momento di festa, quest’anno è il momento di riflettere e di iniziare a pensare a come sarà il mondo del volontariato dopo l’ondata pandemica del covid-19. Un mondo dove malattie così gravi saranno endemiche, e dove il soccorritore ha un ruolo e un significato molto diverso.
Per capire meglio e più in dettaglio cosa significhi oggi fare parte della Croce Rossa, abbiamo intervistato il direttore delle attività di Protezione Civile della Croce Rossa, e coordinatore del sistema di Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna, Antonio Scavuzzo.
Quanto è stato l’impegno di quest’ultimo anno per Croce Rossa?

Antonio Scavuzzo presidente del Comitato regionale Emilia-Romagna della Croce Rossa
Nel suo complesso la risposta aggregata durante l’emergenza pandemica tra tutte le associazioni inscritte al registro regionale dell’Emilia Romagna, ha permesso senza indugio e con grande senso di responsabilità e sacrificio l’erogazione delle attività di supporto solidale alle esigenze degli enti locali e della sanità regionale. nello specifico la CRI con la sua articolazione di 49 comitati e dei suoi 15.000 associati, cuore pulsante dell’associazione, ha svolto il monitoraggio della temperatura viaggiatori presso aeroporti e stazioni, ospedali, siti di rilevanza strategica pubblici e privati, il trasporto ed l’accoglienza del personale sanitario della task force del dipartimento nazionale di protezione civile, il trasporto ed l’accompagnamento dei corregionali dichiarati fragili, la sanificazione dei mezzi della’ sanità regionale e delle forze di pubblica utilità’, l’assistenza alla popolazione con la consegna farmaci, dei dispositivi di protezione individuale e generi di prima necessità, il trasporto e l’allestimento di container e tende triage campali presso ospedali, presidio dei punti drive through e triage e l’attuale campagna vaccinale di somministrazione. tutte attività che sono state fatte nel rispetto dei protocolli operativi di contrasto alla diffusione del virus e secondo le modalità di attivazione del personale volontario di protezione civile emanata dall’agenzia regionale di protezione civile e della cri. in applicazione delle fasi della campagna vaccinale deliberata dal governo e quindi dalla regione per quanto attiene i volontari di protezione civile, la somministrazione ha interessato nella prima fase soprattutto le organizzazioni che svolgono prioritariamente attività sanitarie e sociali, come appunto la cri, e da qualche settimana con l’aumento delle dotazioni di vaccini, tutte le associazioni di volontariato di protezione civile. certamente la campagna di somministrazione del vaccino registra una diversa efficacia e rispondenza numerica in quanto l’area vasta asl dell’emilia i numeri di vaccinati registrano una maggiore performance rispetto a quella della romagna, determinando spesso delle difficoltà’ anche di operatività del volontariato.
Quali sono le lezioni più importanti apprese dall’emergenza COVID?
Fare squadra con il sistema regionale tutto che pur diversificato ma complementare, ha permesso il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ovvero il rilancio del ruolo essenziale del coordinamento di tutte le forze in campo. tale modalità strategica dovrà permettere il cambiamento anche culturale del volontariato di protezione civile, a cui deve essere permetto di agire con responsabilità e nella pienezza delle in-formazioni indispensabili per fare bene il bene per la comunità’. la fase dell’emergenza pandemica ha richiesto un impegno incessante e quindi di interlocuzione con le associazioni, rilanciandone l’azione.
L’Emilia-Romagna ha ottimizzato in modo evidente negli ultimi anni la sua struttura: quali sono per lei gli ambiti dove la riorganizzazione si vede meglio?

Durante il covid-19 il lavoro del volontariato è stato fondamentale. Area 3 logistica e Protezione Civile, ha preparato gran parte dei punti di emergenze e gestione dei tamponi e gli ospedali da campo.
Il processo di riforma della CRI iniziata nel 2014 ha permesso ai Comitati territoriali il passaggio ordinato e graduale dalla natura giuridica pubblicistica a quella privatistica della promozione sociale. Dal 2016 anche il livello di coordinamento regionale ha completato la riforma strutturale sempre più orientata sulla centralità degli Associati. Le aumentate Attività messe in campo dai Comitati territoriali stanno permettendo una maggiore fidelizzazione con le proprie Comunità. La riforma peraltro ai Comitati CRI di presentare con il bilancio sociale, una reportistica di quanto realizzato, raggiungendo le resilienze presenti sul territorio sempre più evidenti. La responsabilità e l’autonomia organizzativa e amministrativa di ogni Comitato ha permesso ai Soci per il tramite del Consiglio Direttivo di incidere e decidere sulla programmazione e azione da rivolgere alla Comunità e per la Comunità. La natura giuridica privatistica infine ha permesso ai Comitati di snellire la gestione amministrativa e quindi gestionale, dedicando preliminarmente all’erogazione delle attività istituzionali previste dallo Statuto.
La formazione rimane uno dei punti su cui spingere di più per avere soccorritori e tecnici piùcapaci:quali sono i punti di forza del sistema formativo di CRI? Possiamo evidenziare il gran lavoro fatto – per esempio – dagli OPSA?
La programmazione sulla base dei fabbisogni formativi dei Comitati CRI territoriali è la vision che la CRI ha intrapreso con la riforma statutaria e sulla base dei processi certificativi dei Soggetti certificatori accreditati a livello europeo, nel caso specifico al CRI ottempera a quelli di EFAC. La Croce Rossa Italiana, attraverso i suoi Comitati, offre Corsi informativi e di diffusione, Corsi di formazione e abilitanti, Corsi di aggiornamento e Corsi di alta specializzazione. I Corsi rispondono ai criteri di qualità, pianificazione, professionalità, omogeneità a livello nazionale e mirano a sviluppare abilità per promuovere iniziative e progetti sul territorio. Il percorso didattico prevede momenti di trasmissione frontale, necessari per creare una base di conoscenze condivise e un apprendimento dei concetti tecnici, arricchiti da lavori di gruppo, discussioni partecipative guidate, interventi interattivi e di peer education volti alla condivisione delle esperienze.
Tale approccio è fondamentale per favorire un clima positivo e creare la predisposizione all’apprendimento attraverso la partecipazione attiva.
La formazione erogata dalla Croce Rossa Italiana è supportata da numerose partnership con Università nonché da protocolli intercorsi con Ministeri.
Menzione particolare per le Attività Speciali della CRI e della specialità degli operatori Polivalenti di Salvataggio in Acqua che in sinergia con gli altri Soggetti accreditati dal Sistema di protezione Civile e difesa del suolo, ha raggiunto dei livelli di competenza e professionalità di rilievo, riuscendo a raggiungere con unità speditive tutto il territorio nazionale.
Croce Rossa infine – grazie al lavoro svolto negli anni – continua ad essere fondamentale dal punto di vista logistico. Può parlarci della rete di comunicazione radio, che connette tutte le associazioni in regione?
Il comitato regionale Emilia-Romagna della Croce Rossa Italiana ha sempre dato grande importanza alle telecomunicazioni, fondamentali nella gestione dell’evento straordinario e nelle attività quotidiane. L’adozione dello standard DMR (Digital Mobile Radio) ci ha sicuramente consentito di procedere ad una misurata e progressiva implementazione della rete radio CRI consentendoci, a breve, di procedere al definitivo switch off dell’analogico a favore del digitale. Un altro progetto che il comitato regionale Emilia-Romagna della Croce Rossa Italiana sta attualmente supportando è quello dell’implementazione della dorsale nazionale di emergenza che ci consentirà di avere probabilmente tre siti, attrezzati con un ponte ripetitore digitale, attivi sul canale radio che ci consentirà di mettere in comunicazione agevolmente tutto il territorio italiano.
Il volontario è sempre più coinvolto in attività specializzate: Protezione Civile, extra- ospedaliero, trasporti sanitari, clown di corsia, consegna farmaci. L’aumento di attività e la diversificazione delle competenze come vanno intesi dai volontari? C’è il rischio di vedere un po’ di “gelosia” fra aree? Come lavora sull’armonizzazione delle componenti la Croce Rossa?

Non cala l’attenzione verso il soccorso sanitario, dove CRI continua ad impegnarsi.
Con la riforma giuridica del 2012 e dispiegata dal 2014 la CRI ha riorganizzato anche l’organizzazione dei Soci Volontari con la ricongiunzione in obiettivi strategici ed aree di intervento in cui i Soci possono aderire specializzandosi per competenza e professionalità acquisite. L’armonizzazione delle molteplici anime della CRI necessità di un periodo si assestamento e assimilazione anche in considerazione del contesto sociale/economico ed emergenziale in continua evoluzione. La CRI attraverso lo strumento strutturato degli Stati Generali del Volontariato, permette la partecipazione attiva del Volontariato ai processi di progettazione e organizzazione delle Attività anche per quanto attiene la formazione oltre che una coesione e senso di Appartenenza alla mission dell’Associazione.