Il sistema di Protezione Civile Europeo è attivo per Belgio e Germania: in partenza aiuti italiani verso Liegi e Spa.
Questa mattina il team di coordinamento della Protezione Civile Italiana è atterrato a Liegi, dove l’emergenza alluvionale ha causato 13 morti, 4 dispersi e 21.000 evacuati. L’invio di personale e di volontari è stato messo in atto da diversi paesi Europei all’interno del sistema comune di attivazione. Grande supporto è stato dato dal sistema di monitoraggio Copernicus EMS, che ha permesso di avere dati chiari e precisi in tempo reale rispetto alle dimensioni dell’alluvione che ha messo in ginocchio parte della Germania, del Belgio e dell’Olanda. Il personale inviato sarà utilizzato sia per dare conforto alla popolazione che per supportare i team di ricerca attivi nelle aree rurali e urbane. La Protezione Civile Italiana opera in strettissima collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Questa mattina da Venezia San Marco un volo C-130 dell’Aeronautica MIlitare trasporterà il modulo, i mezzi e il personale specializzato in ricerca e soccorso per contesti alluvionali dei Vigili del Fuoco. L’Esercito Italiano invece farà arrivare in Belgio gli elicotteri di supporto per le attività SAR. La missione di assistenza internazionale nasce su richiesta della Commissione Europea agli Stati membri.
Che cos’è la Protezione Civile Europea?
Il sistema europeo di protezione civile è un progetto nato nel 1986 all’indomani del disastro di Chernobyl. L’incidente ha dimostrato che questo genere di disastri non può essere affrontato adeguatamente se non tramite un approccio “comunitario”. Con l’incrementarsi dei disastri ambientali e delle necessità di cooperazione fra Stati, il meccanismo è stato affinato fino a diventare un vero e proprio sistema Unionale all’interno della Commissione UE. Il Meccanismo Unionale di Protezione Civile si è evoluto e ha acquistato sempre maggiore rilievo, fino a “ritagliarsi” un proprio spazio all’interno dei Trattati europei. Questa nuova attenzione verso la protezione civile è stata il motore del rinnovamento del Meccanismo, la cui “versione” più recente è datata 2013. E’ quindi presente in Europa una competenza parallela di sostegno ai singoli corpi di Protezione Civile, che richiede il supporto di tali corpi in situazioni particolari.
Ciò implica che l’obiettivo posto a livello europeo non è quello di armonizzare le normative nazionali e i sistemi di soccorso, ma quello di costituire una vera e propria rete di cooperazione fra le “realtà locali”, ossia i sistemi di protezione civile che ogni Stato membro ha istituito. Data la complessità della materia e le peculiarità proprie di ciascuno Stato membro, sia sotto il profilo dell’organizzazione del servizio, sia sotto il profilo dei rischi cui ciascun sistema deve fare fronte, una competenza più “stringente” (o meglio, tendente all’unificazione) in capo all’Unione sarebbe stata difficilmente accettata dagli Stati. Quindi si è preferito “avvicinare” i meccanismi di attivazione nazionali, creando una cooperazione e una comunicazione flessibili ma integrati.
Non c’è una struttura rigida, ma un piano flessibile per “mettere a fattor comune” ciò che ogni Stato possiede e conosce, in previsione di accorrere in aiuto di un altro Stato, sia esso facente parte della stessa Unione o “terzo”.