L’ennesima morte per arresto cardiaco deve far riflettere la politica sulla necessità di rendere più visibili e più diffusi i defibrillatori. L’appello di IRC per far conoscere strumenti gratuiti e importanti per migliorare la conoscenza delle manovre salvavita e degli strumenti di localizzazione
Le morti per arresto cardiaco continuano ad avvenire e non viene ancora fatto abbastanza per ridurre questa piaga sanitaria, che colpisce ogni anno più di 60.000 persone. Oggi sappiamo che i defibrillatori automatici esterni possono salvare la vita delle persone colpite da ACC, senza bisogno immediato di medici o infermieri, ma con buone pratiche di primo soccorso che sono state completamente “liberate” da lacciuoli legali e burocratici. Chiunque può applicare un DAE e salvare una vita, ed ora più che mai è necessario che nei luoghi turistici aumenti la quota di dispositivi salvavita.
Non sappiamo ancora quanti DAE ci sono
Oggi in Italia non è ancora chiaro quanti defibrillatori sono presenti sul territorio. Serve un censimento dei DAE già presenti per creare una mappa digitale consultabile dai cellulari, come già prevede la nuova legge sui DAE approvata il 28 luglio scorso. Le Regioni stanno andando avanti nel classico ordine sparso, a seconda delle sensibilità. L’Emilia Romagna, la Lombardia e la Toscana sembrano più avanti di tutte. Ma ormai sappiamo che un primo soccorso rapido e la presenza di un defibrillatore automatico esterno (DAE) sono elementi essenziali per affrontare in modo efficace un arresto cardiaco. Intervenire è più complesso quando l’emergenza si manifesta in luoghi meno vicini ai centri urbani, come le spiagge e le montagne, frequentate in estate da milioni di turisti: in Italia gli stabilimenti balneari al mare e al lago sono oltre 6.200*, i rifugi più di 700*. I defibrillatori, in questi luoghi, quanti sono?
“E’ importante censire e geo-localizzare i DAE già presenti sul territorio italiano, compresi quelli installati negli stabilimenti balneari e nei rifugi, e, come prevede la nuova legge sui DAE, creare una mappa interattiva consultabile attraverso un’applicazione per i cellulari, per far sì che tutti possano sapere qual è il defibrillatore più vicino al luogo dell’emergenza” sostiene Giuseppe Ristagno, presidente di IRC, Italian Resuscitation Council, società scientifica senza scopo di lucro, riconosciuta dal Ministero della Salute, che unisce medici e infermieri esperti in rianimazione cardiopolmonare. “E’ necessario inoltre aumentare il numero dei DAE in spiagge attrezzate, rifugi e impianti sportivi, e, diffondere il più possibile la formazione sul primo soccorso”.
Consigli per essere sempre protetti: geolocalizzazione, attenzione, compagnia
Per approfondire questi temi IRC ha messo a disposizione sul suo sito, due approfondimenti consultabili gratuitamente sul soccorso in montagna in ambiente impervio, in collaborazione con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, l’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige e sul soccorso al mare e al laghi in caso di annegamento, in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto, il 118 del Trentino e di Arezzo, l’Istituto Giannina Gaslini e Costa Crociere. Una raccomandazione essenziale per chiunque affronti un’escursione in un luogo isolato al mare, al lago e in montagna è informarsi sui punti di riferimento del luogo (per esempio il numero del sentiero) e attivare la geo-localizzazione sul cellulare che può aiutare i soccorsi nell’individuare la zona in cui intervenire. Tra i principali fattori che aumentano il rischio di annegamento vi sono la sopravvalutazione delle proprie abilità, l’assunzione di alcol e stupefacenti e il mancato controllo dei bambini da parte degli adulti.
Gli 8 consigli “salvavita” per tutti quanti
In Europa si verificano ogni anno circa 400.000 arresti cardiaci (60.000 in Italia) e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore*. E’ fondamentale quindi che chiunque assista a un arresto cardiaco, intervenga subito con alcune semplici azioni: se non c’è pericolo, avvicinarsi alla persona da soccorrere; chiamarla e scuotere leggermente la parte inferiore del corpo; se non risponde, osservare il torace per capire se respira; se non risponde e non respira normalmente chiamare il 112; seguire le indicazioni dell’operatore e, se possibile, attivare il vivavoce; se possibile, chiedere ai presenti di portare il DAE; sovrapporre le mani al centro del torace della persona da soccorrere; iniziare il massaggio cardiaco con braccia tese e 2 compressioni al secondo, senza staccare l mani dal torace; se e non appena disponibile accendere il DAE e seguire le istruzioni. Grazie alla nuova legge sui DAE ci sono molti aspetti su cui il primo soccorso potrà migliorare:
- L’educazione al primo soccorso nelle scuole;
- La mappatura e la geo-localizzazione dei DAE;
- La maggiore diffusione dei defibrillatori anche grazie a contributi statali e regionali;
- L’obbligo per il 118 di fornire ai cittadini le istruzioni telefoniche per riconoscere l’arresto cardiaco;
Molte di queste innovazioni sono presenti anche nelle nuove linee guida europee sul primo soccorso recentemente aggiornate e pubblicate da European Resuscitation Council (ERC), di cui IRC è parte, sulla base delle raccomandazioni di International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR).
- Indagine Unioncamere-InfoCamere (2019)
- Rifugi e bivacchi del Club Alpino Italiano (CAI)
- “Survival after out-of-hospital cardiac arrest in Europe – Results of the EuReCa TWO study” https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32027980/