Facilità nel montaggio, sanificazione completa, sicurezza nel trasporto e miglioramenti nella respirazione del paziente. Come e perché il trasporto in biocontenimento sta cambiando.
Un tema che ha ricevuto grandissima attenzione durante questo REAS è stato quello del trasporto in biocontenimento. Non si può negare che in passato l’attenzione dei soccorritori sia stata focalizzata di più sulle ambulanze, e meno sui dispositivi di movimentazione, soprattutto quelli anti-covid. Quest’anno invece l’attenzione è stata rivolta alle tante interessanti soluzioni proposte, per garantire ai pazienti e ai sanitari maggiore sicurezza e una migliore vivibilità in una condizione critica. I 20 mesi di pandemia da Covid-19 hanno insegnato che l’attenzione alla protezione individuale e al biocontenimento non sono mai sufficienti, e i progetti dei dispositivi sono migliorati, portando diverse novità. Nel mondo si sono standardizzate due linee di pensiero: il sistema di trasporto a cabina rigida e il sistema di trasporto con dispositivo compatto a cabina morbida o semi-rigida.
Prima di approfondire, una panoramica sui principi del biocontenimento
Si può parlare di biocontenimento solo se il paziente malato viene trasportato in un adeguato isolamento dall’inizio alla fine del suo trasporto. Non c’è solo un’azione da svolgere per applicare il biocontenimento, ma una serie di azioni per garantire la sicurezza dei soccorritori e dei pazienti stessi. Per questo motivo, spesso si parla di aree di biocontenimento: zone isolate dove l’aria espirata dal paziente viene filtrata e purificata prima di essere immessa in un ambiente più grande. Questo principio vale per le camere a tenuta stagna degli ospedali, per i vani sanitari delle ambulanze, e per le barelle. Prima di vedere però le soluzioni tecniche per ridurre queste aree di isolamento, dobbiamo approfondire i cardini di questo tema. Per definire un trasporto in biocontenimento ci devono essere almeno 5 caratteristiche principali che devono essere garantite dall’inizio del trasporto fino alla fine.
- Il paziente non deve contaminare il mezzo di trasporto: l’aria che respira deve essere filtrata al 99,9%;
- Deve essere inserito nella camera di biocontenimento senza perdite di tempo;
- Il device deve essere sanificabile al 100% fra un trasporto e l’altro;
- Non deve limitare la sicurezza di trasporto del paziente;
- Non deve limitare il comfort del paziente;
I livelli di biocontenimento e gli spazi da bonificare
Ci sono diversi livelli di rischio a cui si può andare incontro nel trasporto dei pazienti affetti da Covid-19: ricordiamo che il coronavirus è classificato come livello di rischio 3 (BLS-3, per maggiori info guarda questa infografica), ovvero agente patogeno che causa un elevato rischio di contagio per via aerea e che può risultare fatale per l’uomo. E’ quindi importante far si che tutti gli spazi in cui è stato un paziente infetto siano sanificati nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Lo sanno bene i soccorritori che hanno dovuto bonificare i mezzi di trasporto durante la pandemia: disinfettanti e altri prodotti usati per pulire le superfici del vano sanitario hanno spesso compromesso la superficie delle plastiche interne, portando rapidamente le ambulanze ad un consumo eccessivo. E’ quindi fondamentale ridurre al minimo gli spazi da bonificare dentro l’ambulanza, perché questo è anche l’ambiente dentro cui si muovono i soccorritori. Inoltre, meno aria c’è da bonificare, meglio funzionano i sistemi di filtraggio, meno rischiano i soccorritori.
La scelta: barella rigida o barella semi-rigida?
Oggi il mercato si divide fra due soluzioni completamente differenti. Escludendo la scelta delle camere a tenuta stagna, utili nei reparti ospedalieri per isolare casi e pazienti, ci sono due alternative: la barella a biocontenimento rigida, e la barella a biocontenimento semi-rigida. I sistemi completamente morbidi (quelli in cui si infila il paziente e lo si poggia successivamente sulla barella) sono sistemi validi, ma con un difetto importante: non sono ancorati a norma EN1789. Le differenze non sono solo nel tipo di struttura, ma proprio nei concetti di caricamento, scaricamento e sanificazione del sistema di trasporto. Infine, è molto diverso il prezzo. Per questo il sistema di trasporto a conchiglia è pensato per i servizi sanitari ad ala fissa, mentre il semi-rigido è pensato per le ambulanze.
Nell’intervista, il Presidente di Anpas Nazionale e Direttore Sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, Prof. Fabrizio Pregliasco
Il biocontenimento semi-rigido a norma EN1789
A REAS è stato possibile vedere modelli interessanti che si adattano molto bene al mercato italiano, dove i trasporti covid non sono assicurati da ambulanze dedicate ma da diversi mezzi, spesso attivati con scarso preavviso. Fino ad oggi c’erano tre problemi irrisolti: La posizione del paziente, l’efficacia del filtraggio e la sicurezza del trasporto. Circolano ancora in rete esempi di barellini da biocontenimento montati su bancali di legno, e poi appoggiati sulle barelle. A REAS invece si è visto un dispositivo che ha risolto tutte queste problematiche. Ferno Italia, con la STBC, ha fatto fare un salto in avanti ai sistemi di biocontenimento. Grazie a un guscio inferiore rigido, e a uno superiore semi-rigido, il device è trasportabile su qualsiasi barella senza dover mai far uscire il paziente dal sistema di protezione.
La sicurezza e la salute del paziente durante il trasporto
Il primo grande pregio di questo dispositivo è che rispetta la normativa EN1789 per la sicurezza del paziente in termini di ancoraggio. Il barellino inferiore è infatti dotato di una struttura in acciaio, vincolata alla barella trasportata. Non ci sono rischi di strappo o di ferimento in caso di incidente o di brusca frenata. Il barellino può essere usato senza problemi su qualsiasi barella di trasporto, anche senza la struttura superiore di biocontenimento. Il comfort del paziente inoltre è elevato perché – a differenza di tanti altri dispositivi – STBC permette di mettere il paziente in posizione semi-seduta, riducendo quindi i problemi di respirazione da parte del paziente dispnoico e con scarsa ossigenazione del sangue.
La salute dei soccorritori durante il trasporto
Il secondo grande problema delle barelle a biocontenimento morbide è sempre stato quello dell’accesso al piano di trasporto. Ferno, usando un accesso laterale con cerniera a tenuta stagna, permette al paziente di essere caricato con naturalezza. L’aria interna al dispositivo viene filtrata più di venti volte all’ora, con una pressione negativa. La sicurezza della filtrazione è assicurata in tempo zero, perché il volume d’aria filtrata è notevolmente più basso rispetto a quello di un sistema rigido, o dei sistemi a pressione negativa interni all’ambulanza (dove i soccorritori rimangono comunque esposti al rischio biologico). Infine, STBC ha sistema filtrante che pulisce e analizza l’aria respirata dal paziente, restituendo ai soccorritori e alla centrale operativa dati in tempo reale sulla situazione.
La sanificazione e la gestione del presidio medico
Infine, il grande pregio del barellino semi-rigido è legato alla trasportabilità. Non è necessario installare il Device di biocontenimento su un’ambulanza prima dell’inizio del turno. I sistemi rigidi infatti sono difficili da trasportare e da stoccare in magazzino. Un sistema semi rigido può essere stoccato in magazzino in pochi centimetri quadrati, installato rapidamente sulla barella da trasporto, e sanificato con velocità prima di rimetterlo in magazzino. Inoltre, grazie all’adattabilità del presidio su ogni tipo di barella, è possibile risolvere rapidamente qualsiasi emergenza con un singolo device. Infine bisogna notare l’attenzione alle certificazioni e ai test dedicati al dispositivo. STBC infatti è un dispositivo conforme alla normativa EN 143:2007 – UE 2016/425 per la filtrazione delle camere di protezione, certificato CE secondo il regolamento 2017/745, biocompatibile a norma ISO 10993-5 e conforme alla EN1789-2020 per quanto riguarda la tenuta in caso di urti superiori a 10G. Con STBC è stato possibile vedere quindi un presidio pensato e realizzato per il trasporto in sicurezza e comodità dei pazienti infetti, senza sacrificare comfort e sicurezza ad esigenze di filtrazione e biocontenimento fondamentali per garantire la salute dei soccorritori.