La sanificazione del vano sanitario dell’ambulanza è uno dei maggiori problemi in tempo di COVID-19. Come agire? Ci sono modi per risparmiare tempo? Quali dispositivi acquistare?
L’inizio del 2022 ha visto il superamento dei 200 mila contagi giornalieri da SARS COVID-19. Come rilevano i dati della FIASO c’è stata un’impennata dei ricoveri ospedalieri. Non ci stancheremo di sottolineare il dato: il 72% dei pazienti che finisce in terapia intensiva è non vaccinata. Inoltre l’età media dei ricoverati non vaccinati si abbassa, con ragazzi che stanno entrando nelle TIA con 18 anni. Rimane chiara la differenza con i vaccinati: più dell’80% dei pazienti vaccinati ha comorbilità, età media più elevata, e l’85% sono persone che hanno ricevuto la seconda dose da almeno 4 mesi.
Ma come ridurre il contagio in ambiente sanitario?
Al primo punto come priorità negli ospedali e nelle strutture extra-ospedaliere del 118 c’è da sempre la sanificazione. La pulizia è il primo passo per ridurre la trasmissione del virus. Oggi, con la variante Omicron che ha sviluppato una trasmissibilità estremamente rapida ed efficace, questo tassello è diventato l’architrave di una buona profilassi anti-covid. Ma come fare una buona sanificazione? Come rendere le ambulanze più sicure per i pazienti, per i soccorritori volontari e quelli sanitari?
Prima è bene spiegare le differenze importanti
Non bisogna dimenticare che ci sono differenze importanti fra la pulizia e la sanificazione. Sono concetti molto diversi e devono essere spiegati perché molte volte si usano termini involontariamente scorretti. La pulizia, la sanificazione, la disinfezione e la decontaminazione sono cose molto diverse fra loro, che devono essere sempre svolte da parte del personale sanitario o volontario. Una attività non esclude l’altra ma, anzi, sono anelli della stessa catena protettiva che non può essere interrotta. Soprattutto in ambulanza. Ecco perché quindi bisogna tenere sotto controllo tutto, da parte del soccorritore, durante il suo turno di attività
Pulire: il primo tassello da mettere in pratica più volte durante il trasporto
- Al primo posto di questa catena c’è la pulizia. La pulizia è una serie di operazioni che il soccorritore fa per rimuovere o allontanare lo sporco più grossolano dalle superfici dell’ambulanza, del sistema di trasporto o dal vano guida. Si fa utilizzando acqua e prodotti detergenti, strofinando con un panno in modo meccanico.
- Al secondo posto di questa catena c’è la sanificazione. Non si tratta più di una singola operazione, ma di un più grande numero di procedimenti che servono a rimuovere e asoprare rifiuti, sporco di qualsiasi natura, da qualsiasi superficie o ambiente, usando detergenti.
- Poi c’è la sanitizzazione, detta anche disinfezione. Questa è la metodica che si avvale dell’uso di disinfettanti per ridurre la quantità di microbi sugli oggetti e sulle superfici. Questa è l’operazione che mantiene per un tempo determinato, un livello di sicurezza accettabile per il successivo paziente da trasportare. Non si può fare sanitizzazione se prima non si è fatta pulizia e sanificazione. Gli agenti chimici usati dopo aver pulito, infatti, garantiscono che la carica batterica di una superficie sia minimale.
- Infine c’è la decontaminazione. Questa operazione, in aggiunta alle operazioni di sanificazione e disinfezione, può garantire un abbattimento molto elevato delle cariche microbiche presenti sugli oggetti e sulle superfici contaminatae da materiale biologico. Come è facile immaginare, il banale starnuto effettuato da un paziente COVID-19 può rendere questa operazione molto. laboriosa, visto che la saliva può raggiungere anche i due metri di distanza.
Più è grande la superficie, più è lunga l’operazione
Sembra banale dirlo, ma il problema più grande in questo momento è ridurre i tempi di realizzazione delle prime tre operazioni, pulizia, sanificazione e disinfezione. Pulire, sanificare e sanitizzare un ambiente come il vano sanitario può richiedere dai 20 ai 45 minuti, a seconda dei prodotti usati e delle operazioni da svolgere. Perché se – fino a prima del covid – queste operazioni erano prese molto più alla leggera, oggi è drammaticamente importante evitare il più possibile il contagio. Ecco perché usare barelle per il biocontenimento può aiutare molto in questa situazione. La barella da biocontenimento infatti può essere sanificata a parte, permettendo al mezzo di essere libero e disponibile per un altro servizio, magari da svolgere con un’altra barella da biocontenimento così da garantire la continuità dei servizi.
Quali prodotti usare per procedere alla sanitizzazione?
Per ottenere il massimo grado di pulizia possibile dell’ambiente contaminato è possibile usare uno qualsiasi dei seguenti prodotti, facendo MOLTA ATTENZIONE: ogni produttore di devices medicali indica il prodotto più adeguato da utilizzare per pulire senza andare a compromettere le funzionalità strutturali del presidio. Per fare un esempio:
- Non è possibile pulire le superfici in ABS dell’ambulanza con l’alcol etilico.
- Non è possibile pulire le vetroresine con la candeggina
- Non è possibile pulire i tessuti plastici con qualsiasi detergente non consigliato dal produttore del device
E la sterilizzazione? Quanto è utile il vapore o l’ozono?
Una delle pratiche usate spesso è la sterilizzazione con il vapore caldo. E’ un mezzo sicuro, rapido ed economico per trattare qualsiasi materiale non termolabile. Ovviamente il tempo di sterilizzazione decresce con l’aumentare della temperatura. Ma, purtroppo, se non per l’acciaio delle barelle, su tutta l’ambulanza sono presenti materiali termolabili, ovvero plastiche. L’azione biocida del calore porta alla ossidazione delle cellule e la loro distruzione. C’è però un altro metodo, ovvero la vaporizzazione. Si tratta di una sterilizzazione usata per i presidi medici che usa diversi liquidi, fra i più efficaci c’è il perossido di idrogeno, oppure l’ozono attivato con le luci ultraviolette, utili per il trattamento dell’aria. Questi ultimi metodi di pulizia sono validi in situazioni tempo-dipendenti. Non bisogna dimenticare che il contagio incrociato (cross infection) è determinato anche dalla tipologia del virus/batterio e dalla durata dell’esposizione ad esso. Deve essere chiaro però che usare l’ozono – per esempio – senza aver prima pulito è una banale perdita di tempo. L’ozono sanifica, è vero, ma prima bisogna come detto procedere alla pulizia dell’ambiente.
Ricordatevi quindi che per pulire…
Il primo tassello è avere tempo per effettuare un lavoro fatto bene. Se solo l’ozonizzazione dura 30 minuti, non si può pensare di avere una ambulanza operativa in meno di 45 minuti dalla fine del servizio. Le procedure di disinfezione delle superfici si possono attuare tramite tanti solventi, ma bisogna pensare sempre all’efficacia. E proprio l’efficacia disinfettante è fortemente compromessa se i prodotti germicidi non sono utilizzati seguendo le indicazioni della scheda tecnica ed il tempo di contatto è inferiore a quello indicato. Quindi è bene seguire le indicazioni e mettere in atto le seguenti raccomandazioni.
- Una concentrazione maggiore del disinfettante non potenzia la sua efficacia
- Rispettare le concentrazioni consigliate e i tempi di contatto
- Non miscelare mai due prodotti,possono inattivarsi vicendevolmente
- Scrivere sul flacone la data di apertura del prodotto e rendere ben visibile la data di scadenza
- Utilizzare i disinfettanti nei contenitori originali a meno che non si renda necessaria la diluizione che va fatta secondo le modalità concordate
- Non lasciare i contenitori dei disinfettanti aperti e, ogni volta che si aprono non contaminare la parte interna del tappo (appoggiare il tappo sempre rovesciato)
- Non rabboccare mai i contenitori dei disinfettanti
- Tutti i disinfettanti vanno conservati in recipienti chiusi, al riparo dalla luce, possibilmente in un armadio e lontani da fonti di calore. I flaconi devono essere richiusi immediatamente dopo l’uso
- Indossare sempre dispositivi di protezione individuale quando previsti dalle schede tecniche per maneggiare disinfettanti potenzialmente tossici e/o irritanti
- I contenitori riutilizzabili dopo l’impiego devono essere sottoposti ad accurata bonifica (pulizia-sterilizzazione)
- Evitare che il foro di apertura del contenitore venga direttamente a contatto con le mani dell’operatore o con altro materiale tipo garza, cotone ecc…
- Non conservare mai garze, batuffoli di cotone, strofinacci in tessuto naturale o TNT già imbevuti di soluzione disinfettante in quanto le fibre di cotone o TNT, assorbendo il principio attivo, riducono il potere antibatterico
Fonti:
Buone pratiche per la pulizia delle aree sanitarie dal covid-19