Grazie all’organizzazione dell’Aeronautica Militare è stato possibile effettuare Grifone2022, una esercitazione di Ricerca e Soccorso Aereo dal valore eccezionale. Cosa è stato appreso, fra incidenti reali e simulazioni con gruppi internazionali.

Il Distaccamento Aeroportuale di S. Damiano (PC) ha ospitato un evento addestrativo che ha coinvolto 13 aeromobili delle Forze Armate e dei Corpi dello Stato, con la partecipazione dell’Ejercito del Aire spagnolo e diversi osservatori internazionali. La Grifone 2022 ha preso il via con la partecipazione di personale e mezzi aerei di Esercito ItalianoMarina MilitareAeronautica MilitareArma dei CarabinieriPolizia di Stato, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco, oltre che equipaggi e mezzi a terra del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Emilia-Romagna (CNSAS – SAER). In volo c’è stata anche una grande rappresentanza dell’Ejercito de l’Aire spagnolo, in quanto facente parte dell’accordo internazionale SAR.MED.OCC. (SAR Mediterraneo Occidentale). Nella pista militare di Piacenza è stato stabilito il Posto Base Avanzato (PBA), un vero e proprio eliporto campale, centro nevralgico delle attività di ricerca e soccorso. La logistica è stata curata grazie alle specializzate professionalità del 3° Stormo dell’Aeronautica Militare con sede a Villafranca (VR), del 1° Reparto Tecnico Comunicazioni di Linate e dell’intero Comando Logistico.

All’evento hanno parrtecipato anche i volontari e le volontarie della Croce Rossa Italiana, che hanno lavorato a terra nel servizio SAR insieme alle squadre del Soccorso Alpino, dell’Esercito Italiano, della Guardia di Finanza e dell’Aeronautica Militare. Quando tante Amministrazioni dello Stato mettono a disposizione i loro assetti, le loro professionalità e le loro peculiarità diventiamo un Team a tutti gli effetti – ha spiegato il direttore dell’esercitazione, il colonnello Alfonso Cipriano -. Il Team Grifone è aperto anche ai Paesi con cui abbiamo da tempo l’accordo internazionale SAR.Med.Occ. proprio perché la condivisione di tecniche e procedure e la conoscenza reciproca sono fondamentali quando bisogna operare insieme in emergenze in cui siamo chiamati a salvare vite umane, ed esse possono accadere anche lungo i confini internazionali aerei e marittimi”.

L’esercitazione ha coinvolto circa 450 persone ed ha generato più di 44 ore di volo, per circa 50 sortite di ricognizione. Dei 13 aeromobili impiegati, alcuni erano stati in servizio anche pochi giorni prima per il reale incidente avvenuto sull’appennino emiliano, che ha visto precipitare a terra un elicottero con a bordo 7 persone. Grazie ad alcune innovazioni tecnologiche è stata proprio l’attività interforze che ha permesso di raggiungere risultati ragguardevoli nel campo del SAR in Italia, che vede gli equipaggi nazionali ai vertici della conoscenza e delle capacità operative.