Non parliamo solo delle riforme che saranno bloccate a favore dei sanitari. Parliamo di tutto quello che rischia di diventare emergenza, per capire chi ne farà maggiormente le spese fra le persone del comparto di soccorso extra-ospedaliero.
La caduta del Governo Draghi è letteralmente uno schiaffone in faccia a tutti gli italiani che hanno fatto sacrifici, sperando in un Paese migliorato e sulla strada di riforme importantissime. Fra i più penalizzati da questa scelta del Parlamento (cioè dei politici che come elettori abbiamo votato, eletto e stipendiato nel lontano 4 marzo 2018) ci sono i lavoratori del comparto sanità, il mondo del soccorso sanitario e tutti quei progetti di protezione e resilienza che avremmo potuto vedere in Italia grazie ai finanziamenti del PNRR non ancora sbloccati (circa 21 miliardi di euro).
Salta l’aggiornamento degli stipendi nel comparto sanità?
Il più importante e grave dei processi che si bloccano è quello legato agli stipendi di medici, infermieri, OSS e tecnici del soccorso. La scelta di Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Forza Italia di staccare la spina al Governo Draghi impedirà al Ministero della Salute e a quello dell’Economia di formalizzare in un decreto gli accordi sugli aumenti di stipendio decisi poche settimane fa in modo unanime dal comparto. La FNOPI ha scritto pochi giorni fa – nel pieno della crisi – a Draghi, Speranza e alla ministra Gelmini. Era necessario sbloccare il problema dell’esclusiva sulla campagna vaccinale, aumentare l’autonomia professionale agli infermieri che operano sul territorio, e stabilizzare l’assistenza sul territorio. Nulla di tutto questo potrà essere fatto. Avremo infermieri bloccati nei centri vaccinali, perché non possono operare sul territorio in base agli attuali contratti e alle attuali normative. Avremo servizi del SSN già in fase di sviluppo – come l’infermiere di comunità – che non andranno avanti. Secondo diversi giuristi, fra cui Cesare Mirabelli, ex Presidente della Corte Costituzionale, il Governo può adottare provvedimenti vincolati da accordi superiori, come quelli con la Commissione o il Consiglio Europeo, ma non può proseguire o iniziare iter legislativi “forti”.
Il PNRR e i fondi per la pubblica amministrazione: cosa si bloccherà?
In questo momento sono in forte dubbio anche le procedure e gli iter che servivano per sbloccare 21 miliardi di fondi PNRR non ancora approvati. E’ difficile che il Governo decida le linee di approvazione e fruizione di questo “tesoretto” su cui si concentrerà gran parte delle promesse che saranno fatte dai politicanti in campagna elettorale. Riforma della Pubblica Amministrazione, riforma dei pubblici appalti e delle concessioni, processo civile, informatizzazione, processo penale, transizione 4.0, università, disabilità, formazione professionale sono solo alcuni dei capitoli su cui il Governo è obbligato allo stop. Per il settore della sanità, parliamo di processi importantissimi, che avrebbero velocizzato il percorso di passaggio dei medici – per esempio – dall’Università ai Pronto Soccorso. Ma c’è anche l’investimento sull’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero che viene bloccato. Non parliamo di TAC e RMN, ma soprattutto di software e di gestione dei pazienti innovativi ed efficaci. Chi avrà il coraggio di ammettere responsabilità su questi fondi?
L’autista-soccorritore, il sogno che diventa grande incubo
Nonostante l’impegno sia stato enorme, la caduta del governo fa tornare nel cassetto dei sogni la riforma del mondo del soccorso 118. Nessuna formalizzazione del ruolo di autista-soccorritore, nessuna riforma del sistema di emergenza pre-ospedaliera, nessuna formazione unitaria sul percorso del soccorritore volontario. Niente di niente. Anzi: il mondo del soccorso e delle ambulanze si troverà ad affrontare una gigantesca crisi dovuta per lo più ai costi enormi di carburante ed energia per tenere aperte le sedi delle associazioni di volontariato. Il 21 agosto infatti scade la proroga dello sconto sulle accise del Governo. Non sarà possibile bloccare i prezzi di carburanti e metano per il riscaldamento, né a livello italiano né a livello europeo. Le speculazioni continueranno, ma se le ambulanze devono girare e funzionare, come potranno pagare i rifornimenti le associazioni di volontariato?
Le emergenze siccità, covid e incendi: rincorrere le emergenze senza pianificazione
Ma a fare le spese della caduta di un Governo con così ampia capacità operativa saranno anche le strutture che si occupano di emergenza come la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco. In particolare l’attuazione dei piani per ridurre i rischi dovuti al cambiamento climatico rimarranno nel libro dei sogni. Continueremo a rincorrere le emergenze senza mai pianificare correttamente un sistema che ci permetta di anticiparle, affrontarle con una pianificazione e degli strumenti più efficaci. E non abbiamo ancora fatto ragionamenti chiari su potenziali picchi dei contagi dovute alle varianti Covid-19. Se l’onda dei contagi risale, la situazione potrebbe diventare ingestibile senza una regia politica forte. La infuocatissima vena social dei no-vax, no-greenpass e russofoba influenzerà sicuramente le prossime elezioni, su questi temi.
Mentre parte la campagna elettorale, i poveri diventano i soccorritori
Ora però il Paese si deve preparare ad una gigantesca campagna elettorale che sarà fatta di promesse e di sogni impraticabili. Nel frattempo, la cinghia dovrà essere tirata da tutta la classe media di cui fanno parte infermieri, OSS, autisti-soccorritori, volontari giovani e volontari pensionati. Con decine di aziende che dovranno chiudere (molte delle quali nel comparto dell’edilizia in cui il blocco del 110 ha causato enormi difficoltà). La realtà è che i fondi del PNRR che ci sono stati erogati dall’Unione Europea sono già vincolati a dei progetti approvati, e qualsiasi cambiamento in quei piani o in quelle regole, ci costerebbe carissimo. Dei quasi 200 miliardi di euro pianificati dal PNRR, ce ne sono stati erogati realmente solo 45. 21 come prima rata e 24 come pre-finanziamento “sulla fiducia”. Viene da dire che sia stata una fiducia riposta veramente, ma veramente molto male.