In Iraq e Australia testate funzionalità di first aid in caso di caduta. All’isola di Wight i droni portano la terapia chemio a casa del paziente. E a settembre Everdrone, il primo sistema di invio dei defibrillatori con i droni in servizio, è diventata un “Unicorno”. Cosa sta succedendo e come sviluppare queste innovazioni?
Nel mondo dell’emergenza ogni secondo conta. Avere i mezzi per un primo supporto vitale di base in caso di necessità è straordinariamente importante. La tecnologia, da questo punto di vista, sta cambiando tutto. Oltre alla realtà virtuale – che ha cambiato il mondo della simulazione medica – ci sono altre tecnologie che stanno letteralmente rivoluzionando il soccorso. Il primo step che è stato sviluppato negli anni è sicuramente il drone, che con le sue capacità di volo e la sua semplicità è diventato un protagonista di ogni ambiente di emergenza.
Oggi siamo abituati a sentirne parlare, purtroppo, per motivi bellici. La guerra – come sempre – è il primo ambito dove l’innovazione tecnologica è testata con precisione. Ma se un drone può portare con precisione chirurgica la morte all’interno di una battaglia, è anche vero che abbiamo imparato e scoperto come la stessa tecnologia possa portare sopravvivenza, cure e speranza.
3 droni, mille sviluppi: sanità, emergenza, wilderness medicine
A seconda del tipo di drone si possono avere centinaia di ambiti di servizio differenti. In Italia e in Europa, con le vigenti normative, ci sono ambiti precisi dove la tecnologia e il volo con droni può essere effettuato. In particolare la Protezione civile, la polizia locale, i vigili del fuoco e gli enti che operano nelle maxi-emergenze possono dotarsi di tecnici e servizi in grado di volare senza problemi in molti ambiti. Sono 3 – oggi – le tipologie di drone in sviluppo. Il drone per il delivery di prodotti leggeri, i droni per l’invio di prodotti pesanti, e i droni per raggiungere luoghi inaccessibili e verificare situazioni di sicurezza.
Dalla chemioterapia al first aid kit: come funzionano i droni leggeri?
Il primo ambito testato nel mondo sanitario è quello del drone che può trasportare materiali leggeri, senza bisogno di un telecontrollo da remoto, ma con una attivazione verso un punto di rilascio individuato a livello software grazie ad un dispositivo di tracciamento. In Inghilterra oggi le terapie chemio per i pazienti dell’isola di Wight vengono inviate da terra con un drone, che rilascia i farmaci grazie ad un sistema magnetico in una cassetta apposita nella casa del paziente seguito dall’NHS. Non c’è bisogno di tenere in casa farmaci particolari, e la pillola per effettuare questo tipo di cura Viene inviata nel giro di pochi minuti. I voli avvengono su rotte prestabilite, e sono ridotti sia i pericoli di incidente aereo, che i rischi di una non consegna del farmaco a causa delle condizioni del paziente, che magari non riesce a spostarsi in autonomia fino all’ospedale dove ritirare il farmaco. Questo tipo di operazioni, unusuali in Europa, sono realtà da quasi 5 anni in Africa, dove grazie al progetto Zipline hanno garantito la distribuzione dei vaccini anti-covid in regioni remotissime.
Portare un tourniquet in mezzo al deserto: oggi si può
Ma questa consegna “light” non è oggi fra le più innovative. In Iraq e Australia è partito uno studio sperimentale dedicato alla consegna di first aid kit in zone remote, con droni performanti dal punto di vista della distanza percorsa. Con la stessa logica (un chip magnetico RFID alimentato all’interno di una banda, che si può legare ad un braccio) in caso di caduta accidentale durante un percorso – il sistema attiva una serie di allarmi successivi che in poco meno di 90 secondi possono garantire l’arrivo sul posto di un drone con un first aid kit e un tourniquet da applicare al ferito. Il drone semplicemente sgancia da un’altezza di 3 metri il pacchetto con il kit IFAK esattamente sul rilevatore. Si tratta di pochi ma importantissimi materiali per il primo soccorso, che possono fare la differenza fra la vita e la morte in luoghi dove l’ambulanza impiegherebbe decine di minuti per arrivare.
I droni defibrillatori: da una visione ad un progetto milionario
Chi per primo ha iniziato a investire sulla tecnologia dei droni è riuscito, oggi, a creare quello che in ambito finanziario è definito “Unicorno”. La Everdrone – ditta svedese del settore – è entrata per la terza volta di fila nella lista delle 50 migliori aziende di innovazione del nord Europa. Oggi, grazie al suo sistema di droni defibrillatori, è in grado di coprire gran parte della Svezia, e da settembre il sistema è attivo anche in Danimarca. Con grande acume, l’azienda ha iniziato a pensare a dei piccoli “garage” per allocare in punti stand-alone e protetti i droni, così da ridurre i tempi di intervento in caso di arresto cardiaco in territori complessi.
Nuovi scenari e sviluppi: cosa succederà domani?
I droni dopo due anni di “fermo” a causa del Covid-19 stanno diventando ancora più importanti, in Italia, nel settore della Protezione Civile. Ci sono state nuove tecnologie e gli sviluppi normativi di EASA ed ENAC, in Italia, hanno aperto nuovi scenari come la ricerca dispersi in zone remote fuori dal campo visivo dell’operatore. Diverse aziende possono lavorare in scenari specifici e siamo certi che in futuro vedremo tante novità sul campo.