Articolo di Cosimo Savelli, infermiere
Quale mezzo è stato utilizzato nell’esperienza della postazione Roma 3?
Il Torsus Terrastorm, elaborazione fuoristradistica del Volkswagen Crafter/MAN TGE realizzata dall’azienda Torsus, con sede in Repubblica Ceca, ha vestito di recente la livrea della Croce Rossa Italiana in un’inedita versione ambulanza. Il mezzo è stato allestito grazie alla collaborazione delle aziende INMM srl e della Mariani Fratelli. Le caratteristiche di base del veicolo commerciale tedesco, già venduto di serie con la trazione integrale, vengono potenziate dalla presenza di un set di sospensioni denominato “Sahara”, assetto rialzato, snorkel, ruote tassellate e rinforzi vari a livello di carrozzeria. La prima vera occasione in cui si è visto il potenziale operativo di questi veicoli è stata l’alluvione che ha colpito la Romagna, parte dell’Emilia e alcune aree della Toscana e delle Marche. In questo caso, i tre esemplari di Torsus Terrastorm sdi Croce Rossa Italiana sono stati messi a disposizione del 118 Romagna da parte del Comitato Nazionale, insieme ad altri veicoli adatti alle precarie condizioni delle strade e della viabilità. I mezzi hanno stazionato prevalentemente nell’area di Conselice-Massa Lombarda (RA) e nell’area di Forlì e della montagna forlivese (Dovadola, Rocca San Casciano).
Aree di intervento: postazioni con aree isolate da frane e paesi alluvionati
Il dispiegamento di questi mezzi nella Bassa Romagna è stato dettato dall’esigenza di avere dei veicoli capaci di affrontare guadi e zone di acqua alta, caratteristica fondamentale per raggiungere le case di numerosi abitanti di Conselice, ove l’acqua ha ristagnato per giorni dopo il termine delle precipitazioni a causa della conformazione del terreno. Per ciò che concerne il loro impiego nella montagna forlivese invece, la loro missione era quella di raggiungere le località poste al di là delle numerose frane che hanno interrotto la circolazione lungo la Strada statale 67 Tosco-Romagnola nel tratto tra Dovadola e Rocca San Casciano, fungendo da aiuto all’equipaggio della postazione 118 posta sul lato della frana che guarda verso la Toscana.
Attività svolta: maxi-emergenza si, ma interessante appoggio per il sistema 118
L’attività iniziale delle tre ambulanze, subito dopo l’attivazione da parte del Dipartimento di Protezione Civile (dal 15 al 19 maggio), è stata viaggiare in coppia con i gruppi di sommozzatori intervenuti nelle aree alluvionate, col fine di trasportare le persone che necessitavano di soccorso sanitario dall’area alluvionata all’ospedale. La prima fase degli interventi era realizzata dagli specialisti fluviali di vari corpi e associazioni (Soccorso Alpino e speleologico, Vigili del Fuoco, Guardia Costiera, Croce Rossa Italiana etc.), che prelevavano la vittima dal luogo dell’intervento e la trasportavano, tramite gommoni, nei pressi dell’ambulanza.
Giunto all’ambulanza, l’assistito veniva spostato sull’ambulanza, dove i soccorritori procedevano alle prime rilevazioni dei parametri vitali e al successivo trasporto in ospedale. Sono state documentate situazioni nelle quali tali veicoli sono stati impiegati anche come mezzo di evacuazione verso aree libere dall’acqua, denotando quindi la doppia funzione di mezzo di soccorso e mezzo per evacuazione, potendo operare con 250mm di altezza da terra e più di un metro di acqua da attraversare.
Gestione dell’emergenza in aree isolate
La seconda fase (20-25 maggio), ove l’autore è stato impiegato come volontario e infermiere dell’ambulanza Roma 3, ha visto un miglioramento generalizzato delle condizioni delle strade, dato dal progressivo ritirarsi delle acque dalle aree alluvionate, con l’eccezione dell’area di Conselice, rimasta sempre sommersa In questa fase l’impiego delle ambulanze è stato diversificato in base ai profili presenti sui tre veicoli: Roma 1 e Roma 2, con equipaggi composti da soccorritori volontari, hanno svolto prevalentemente codici verdi o rendez-vous che necessitavano di mezzi 4×4 per il 118 Romagna, restando in postazione su Massa Lombarda e Dovadola. Roma 3 invece è stata impiegata, sulla Bassa Romagna, nell’area di Forlì e nella postazione di Dovadola, come ambulanza infermieristica a tutti gli effetti. Nella tabella che segue, si espone una breve disamina dei servizi espletati dalla Roma 3 in assetto infermieristico.
Data | Luogo intervento | Sunto dell’evento | Esito |
20/05 | Area urbana, luogo pubblico adibito a punto evacuazione | Episodio lipotimico risolto spontaneamente in paziente pediatrico. | Ricovero in PS spoke in codice 1 |
20/05 | Area extra-urbana, intervento su strada | Persona caduta accidentalmente in una frana, che ha raggiunto autonomamente il centro del paese. | Paziente si allontana spontaneamente |
21/05 | Area extra-urbana, abitazione isolata | Persona caduta accidentalmente mentre portava il cane a passeggiare in un’area posta tra due frane. | L’assistita rifiuta il ricovero |
21/05 | Area urbana. Luogo pubblico. | Persona punta da un’ape, allergica alle punture di imenottero, autopresentatasi al mezzo di soccorso. | Somministrata terapia antistaminica-cortisonica endovenosa in accordo col personale di HEMS. Segue rendez-vous e invio in PS con elicottero. |
22/05 | Area urbana. Istituto pubblico | Caduta accidentale di paziente pediatrico. Durante il trasporto in ambulanza, episodio sincopale della madre prolungato. | Invio in PS spoke con codice 1.
Accesso EV e monitoraggio della madre dopo la sincope e aumento della priorità a codice 2. |
22/05 | Area extra-urbana. Zona alluvionata. | Ittero in peggioramento in paziente con tumore al pancreas in anamnesi.
Paziente raggiunto ed evacuato dal luogo dell’intervento tramite gommone. |
Invio in PS spoke in codice 2. |
22/05 | Area extra-urbana. Centro sanitario | Trasferimento di tre pazienti da una RSA danneggiata dall’alluvione ad un reparto ordinario dell’ospedale spoke. | Trasferimento senza dispositivi d’allarme. |
22/05 | Area extra-urbana. Zona alluvionata. | Eeguite medicazioni ad abrasioni cutanee a seguito di una caduta avvenuta durante le operazioni di pulizia dal fango | L’assistita rifiuta il ricovero in ospedale |
22/05 | Area extra-urbana.
Rendez-vous con mezzo anfibio |
Dispnea, paziente geriatrico affetto da comorbidità. Gestione e trasporto con mezzo anfibio e poi MSB | Invio in PS spoke in codice 2 |
23/05 | Area urbana. Luogo di lavoro | Assistito caduto da una rampa di scale coperta di fango: episodio sincopale e desaturazione accompagnati da dolore lombare, cervicale e addominale, lieve TBI (NRS 5, GCS 13). | Invio in PS hub in codice 2, previo allertamento anticipato del pronto soccorso. |
23/05 | Area urbana. Abitazione. | Tentato suicidio. Intervento congiunto con automedica di zona. | Invio in PS in codice 1, con il medico a bordo. |
Tra questi servizi sopra elencati, risultano 2 interventi che non sarebbero stati realizzabili con i mezzi standard in dotazione al 118 Romagna: uno di questi richiedeva un tratto in fuoristrada, date le condizioni del manto stradale della SS67, completamente coperto di fango e detriti; nel secondo caso, il manto stradale era sommerso sotto 40 cm di acqua. Negli altri casi, sono state percorse anche strade infangate, ma senza eccessive criticità concernenti la stabilità e la trazione del veicolo.
Assistenza, valutazione e monitoraggio delle percorribilità
Al di là dell’impiego operativo del veicolo, è stato cruciale anche il ruolo di verifica della percorribilità delle strade, specie lungo la SS67: difatti, nei giorni in postazione a Dovadola e Forlì, gli equipaggi 4×4 sono stati impiegati a tale scopo, al fine di assistere gli equipaggi delle postazioni 118 ordinarie poste sul lato della frana che guardava verso la Toscana. Questi servizi, uniti alla parte di controllo e della viabilità ordinaria, hanno permesso alla Centrale Operativa 118 di poter fruire di veicoli adatti ad andare laddove i mezzi ordinari non avrebbero avuto la stessa tenuta di strada e allo stesso tempo avere mezzi supplementari pienamente operativi su asfalto: il Terrastorm non ha avuto particolari problemi di confort di marcia durante le tratte su asfalto pulito, restando comunque confortevole per gli occupanti sia in urgenza che nella marcia normale. Non sono state effettuate tratte in off-road estremo poiché, a tale scopo, sono stati impiegati veicoli di dimensioni minori, a causa degli ingombri notevoli del Terrastorm. Ciononostante, non sono mancate condizioni di intervento estreme nei primi giorni, come dimostrato dalla foto iconica del Terrastorm sommerso d’acqua fino al cofano nella zona di Faenza, che ha immortalato la condizione più estrema in cui questi veicoli hanno operato.
Conclusioni: nelle difficoltà ogni differenza si appiana
Si può affermare senza dubbio che, in occasioni tragiche e complesse come quella dell’alluvione dell’Emilia-Romagna 2023, avere a disposizione dei veicoli adatti ad ogni terreno possa fare la differenza sulla capacità di risposta dei soccorsi. Poter contare su un sistema di risposta di emergenza in condizioni impervie a livello nazionale, come quello che abbiamo intravisto e abbozzato grazie a questi veicoli, aiuta la cittadinanza in maniera efficace e permette ai vari enti del soccorso di collaborare insieme proficuamente, nonostante le numerose differenze che caratterizzano i vari sistemi regionali di soccorso sanitario, che spesso intralciano lo svolgimento dei lavori di gestione della catastrofe.