Da anni si ripete che i medici sono sotto pressione, che “I medici non hanno tempo-vita e tempo per formarsi”. Ora la SIMEU e la FNOMCEO parleranno con i sindacati per cambiare una situazione insostenibile.

ROMA – Essere medici dell’emergenza-urgenza significa non avere tempo, per definizione. Il poco che c’è quando arriva un paziente deve essere usato bene per prendere le decisioni giuste e lavorare, insieme allo staff sanitario, perché il paziente sopravviva e prenda il percorso di cure più adeguato. Ma per poter prendere una buona decisione in pochi secondi, servono migliaia di ore di formazione adeguata, e serve che il professionista sanitario abbia uno stato psico-fisico eccellente, che è direttamente proporzionale alla tranquillità e alla serenità con cui si può affrontare il lavoro in Pronto Soccorso e in 118.

In che situazione lavorano i medici e gli infermieri di Pronto Soccorso e 118?

Oggi però c’è una profonda ingiustizia in atto: ormai i medici di emergenza-urgenza, gli anestesisti-rianimatori e gli infermieri di area critica e di emergenza territoriale non hanno più tempo neppure per sé stessi, per il giusto riposo, la famiglia, la vita sociale, la sempre necessaria (e fondamentale) formazione. I professionisti che lavorano in PS e 118 sono schiacciati da turni interminabili dovuti alle disfunzioni del sistema, che è in cronica carenza di personale. Parliamo di persone – normali lavoratori – costretti a rinunciare a ferie, permessi, congedi parentali per assicurare la copertura dei turni. Parliamo di professionisti che devono lavorare troppo frequentemente la notte e spesso anche a procrastinare scelte di vita come ad esempio, per le dottoresse, la maternità.

118 e Pronto Soccorso ormai sguarniti, con aumento del burnout in corso

Molti sanitari purtroppo oggi “si arrendono”. Cambiano settore, vanno in pre-pensionamento. I più giovani scelgono la libera professioni, certi che lo spazio per fare turni in Pronto Soccorso o in 118 “a gettone” arriverà sicuramente, e sarà spesso anche meglio pagato che con il posto di lavoro pubblico. Non sono forze che lasciano il loro lavoro, lasciano la vita di PS che le condizioni attuali impongono loro. E’ di questi giorni però la decisione di attivare un tavolo per risolvere almeno parzialmente la crisi. Il Comitato Centrale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e l’Ufficio di Presidenza SIMEU si sono trovati per focalizzare l’attuale situazione e individuare delle strategie di risoluzione:“Abbiamo condiviso le preoccupazioni per la crisi di un settore tanto cruciale della sanità pubblica – spiega il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. La situazione dei pronto soccorso e dell’emergenza territoriale è solo la punta dell’iceberg del disagio che la professione medica avverte a tutti i livelli e che abbiamo chiamato “Questione medica”. Siamo convinti che, per risolverla, occorrano interventi straordinari, che restituiscano dignità e riconoscano il valore dei colleghi che si dedicano all’emergenza-urgenza”. È urgente aprire una riflessione: e vanno coinvolti – aggiunge – i sindacati del settore, per rivendicare un giusto riconoscimento anche a livello economico, e tutte le società scientifiche, per definire e accrescere le competenze e le professionalità di tutti i soggetti coinvolti”.

 Non si può restare sordi davanti a medici e infermieri che chiedono aiuto

Secondo Fabio De Iaco, Presidente nazionale della società scientifica, “l’attività recente di SIMEU, orientata alla sensibilizzazione pubblica e alla ricerca di soluzioni per la drammatica situazione dell’Emergenza Urgenza in Italia, non poteva prescindere da una corretta interlocuzione con FNOMCeO.”  E aggiunge: “Era necessario superare diffidenze e sbavature che potevano interferire con lo sviluppo di un rapporto virtuoso con la Federazione degli Ordini, che abbiamo sempre ritenuto necessario.  Questo incontro è stato l’occasione per un confronto franco e per chiarire la nostra posizione, per ribadire ancora una volta la natura scientifica e non sindacale della SIMEU, per confermare che le nostre prese di posizione sono volte innanzi tutto alla salvaguardia di servizi vitali per la salute pubblica nonché alla tutela della dignità professionale e personale di chi opera in Medicina d’Emergenza Urgenza, contro la dilagante e squalificante privatizzazione selvaggia cui assistiamo in questo periodo.” L’incontro si è concluso con la decisione di avviare un tavolo permanente sul tema dei servizi di Emergenza Urgenza, che coinvolgerà la Fnomceo, i sindacati e le società scientifiche del settore: “Ci lasciamo con l’impegno ad una interlocuzione più stretta per il futuro” – conclude De Iaco – per la ricerca delle soluzioni immediatamente necessarie ma anche per lo studio di una seria riforma del Sistema dell’Emergenza Urgenza nazionale che garantisca un futuro più sicuro ed efficiente, tutelando i cittadini e riconoscendo il valore dei professionisti. L’incontro ci ha soddisfatti: abbiamo la prospettiva di un impegno serio e costruttivo per il futuro.”