Servizio Sanitario Nazionale in “Golden Hour”. SIMEU, medici e infermieri dell’emergenza-urgenza protestano a salvaguardia dei Pronto Soccorso e del 118

 

Medici ed Infermieri dell’emergenza urgenza si sono dati appuntamento in piazza a Roma giovedì 17 novembre in un simbolico abbraccio di alleanza con i cittadini – pazienti di fronte alla sede del Ministero della Sanità per porre l’attenzione sull’attuale situazione di crisi. Una delegazione SIMEU è stata invitata dal Ministro On. Orazio Schillaci per un primo incontro informale.

Roma 17 settembre – SIMEU, una Società Scientifica Apolitica, la cui missione principale sono ricerca e formazione ha assunto un ruolo di rappresentanza civile insieme a portavoci di Associazioni di pazienti e cittadini che ne hanno sottoscritto il manifesto. Un’azione di sensibilizzazione che ha avuto riscontro da parte del Ministero.  Una delegazione è stata infatti ricevuta dall’ Ministro On. Orazio Schillaci e dal Capo Segreteria Tecnica Dott. Mattei, che hanno incontrato Fabio De Iaco Presidente Nazionale, Antonio Voza Segretario Nazionale, Beniamino Susi Vicepresidente, Andrea Fabri Tesoriere e la dottoressa Carla Paganelli.

Le dichiarazioni di intenti per il futuro dell’emergenza sanitaria

Un momento preliminare nel corso del quale sono state messe sul tavolo le problematiche dell’emergenza urgenza, a partire dalla più immediate, quali la necessità di inserire risorse umane negli organici dei Pronto Soccorso e dei 118 e di collocare in organico specializzandi italiani secondo nuove regole” riferisce il Presidente Nazionale SIMEU.

“Abbiamo parlato della necessità di riconoscere il lavoro in pronto soccorso quale professione usurante per i medici e gli infermieri e del bisogno di progettare un nuovo impianto della struttura ospedaliera, a partire dalla legge di riorganizzazione degli ospedali, la Legge DM 70, sulla quale c’è ancora un lungo lavoro da fare”.

Con molto gratitudine e soddisfazione, SIMEU è stata riconosciuta quale interlocutore di riferimento per il settore dell’emergenza – urgenza e il Ministro On. Schillaci ha dichiarato il suo impegno ad iniziare una collaborazione tecnica.

I medici e gli infermieri dell’emergenza e urgenza si rendono disponibili a collaborare attivamente su futuri tavoli di lavoro al fine di rifondare un sistema cruciale per la tutela della salute dei pazienti in tempi rapidi. L’attuale condizione di sofferenza dell’emergenza – urgenza non può più aspettare.

 Situazione attuale di crisi estrema: mancano 5.000 medici

Il monitoraggio dello stato di crisi avviene attraverso una costante analisi di un campione rappresentativo di strutture di Pronto Soccorso, di Medicina di emergenza urgenza. I dati riportati sono stimati sulla base di proiezioni ottenute su circa 20 milioni di accessi di Pronto Soccorso anno 2019 (dati Min Salute, Flusso EMUR). Come è noto, allo stato attuale la mancanza di Medici Dirigenti nelle strutture di MEU italiane è stimata a circa 5000 unità. Preso a riferimento 100 il numero di medici previsti per il buon funzionamento dei servizi:

  • il 58% sono Dirigenti Medici (dipendenti del SSN) al momento in servizio.
  • il restante 42% rappresenta la carenza complessiva dei Dirigenti Medici.
  • Circa 1 / 4 di questi sono sostituiti da medici non dipendenti dal SSN con tipologie di rapporto “atipico” (liberi professionisti, Medici di Continuità Assistenziale, Medici dell’Emergenza Territoriale, Medici non specialisti forniti da Agenzie di Servizi “Cooperative”)
  • I restanti 3 / 4 dei professionisti mancanti restano allo stato attuale di fatto NON SOSTITUITI, provocando quindi quel significativo incremento del carico di lavoro sui medici in servizio anche rispetto alla necessità di copertura dei turni.

 

Nonostante la privatizzazione con cooperative, mancano 3 medici su 10

 

Semplificando, mancano di fatto 3 medici su 10 – ingaggio cooperative comprese. Rispetto ai 20.000.000 accessi annui in pronto soccorso

  • 400.000 (82%) pazienti vengono gestiti in Pronto Soccorso e dimessi a domicilio entro 48h dall’accesso nonostante le condizioni estreme descritte dai precedenti numeri
  • 800.000 (14%) pazienti vengono ricoverati in reparti ospedalieri, con un tempo di attesa del posto letto (boarding) che è molto variabile localmente, ma che:
    • a livello generale certamente non corrisponde alle 6 ore previste dagli standard internazionali, poiché più del 50% dei pazienti urgenti è costretto ad aspettare non meno di 9 ore. Questo valore medio naturalmente è generato da situazioni virtuose riscontrabili per fortuna in alcuni PS italiani al momento del rilevamento.
    • In molti contesti locali la media di attesa è molto superiore, giungendo a non meno di 3 giorni
  • 000 (4%) pazienti permangono in Pronto Soccorso per periodi superiori alle 48 ore (300.000 di essi più di 72 ore) per poi essere dimessi. Si tratta di pazienti che vengono gestiti in maniera “impropria” dal personale dei Pronto Soccorso che non dovrebbe più averli in carico dopo aver terminato la valutazione e averne identificato il percorso di soluzione. Si tratta di condizioni cliniche e assistenziali che non trovano risposte né a livello territoriale né a livello ospedaliero, a volte neanche famigliare.

 

Ancora una volta il Pronto Soccorso vicaria le carenze del sistema.

Un dato sconcertante emerge dall’indagine di SIMEU che riguarda i decessi di pazienti deboli che avvengono in Pronto Soccorso dopo almeno 24 ore di permanenza, un tempo di gran lunga superiore a quello previsto per un percorso clinico diagnostico in urgenza. Importante prendere atto che si tratta di persone in condizioni gravissime, spesso in fase terminale che dopo aver terminato il proprio iter diagnostico-terapeutico in urgenza necessiterebbero di un’assistenza specifica e dignitosa in un letto di degenza che purtroppo, per carenza, non trovano. Sono almeno 18.000, secondo le proiezioni SIMEU, le persone che purtroppo raggiungono il fine vita in Pronto Soccorso secondo queste modalità, in un ambiente certamente non idoneo. Su quest’ultimo dato la Società Scientifica raccomanda a tutti la massima delicatezza e cautela possibile. Questo drammatico numero descrive una condizione di pesantissimo impatto sui pazienti e sui loro cari, al quale si associa il peso che grava, sotto il profilo umano, etico e professionale, sui professionisti – medici e infermieri – che vivono quotidianamente situazioni psicologicamente inaccettabili dettate da carenze organizzative e strutturali.

Le parole chiave della protesta dei medici

Per queste e altre ragioni SIMEU, la società italiana di medicina di emergenza urgenza, apartitica, apolitica, senza scopo di lucro ha condiviso un manifesto a salvaguardia del SSN che è stato positivamente accolto da molte associazioni di cittadini tra le quali si citano CITTADINANZA ATTIVA, SALUTE EQUITA’, AICE, AIMA, ALAMA, ALICE, AMIP, ANMAR, BPCO, CONACUORE, FED EMO, FEDER ASMA e ALLERGIE, UNITED.

I contenuti del manifesto sono di seguito riportati e costituiscono la piattaforma comune sulla quale si vorrebbe aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni.

  • Crediamo in un SSN universalistico equo e solidale che garantisca a tutti, in condizione di uguaglianza, l’accesso alle cure tutelando il diritto alla salute dei
  • Il 118, i Pronto Soccorso, i reparti di Medicina d’Urgenza sono la vera prima linea del SSN: occorre salvaguardare dalla grave crisi in corso l’unico servizio aperto 24 ore per 365 giorni l’anno a tutela del diritto alla salute dei cittadini.
  • Il significativo indebolimento del Sistema dell’Emergenza Urgenza cui stiamo assistendo determina una grave diminuzione della qualità del servizio reso ai cittadini, l’incremento del rischio clinico, l’acuirsi delle diseguaglianze in sanità: la direzione opposta rispetto agli obiettivi del SSN.
  • Non esiste un SSN universalistico senza un Sistema di Emergenza Urgenza efficiente ed organizzato.
  • Chiediamo misure urgenti a salvaguardia e difesa della Medicina di Emergenza Urgenza per scongiurare la progressiva estinzione del servizio pubblico.
  • Chiediamo un deciso intervento a garanzia della presenza in servizio di medici e infermieri adeguatamente formati ed in numero sufficiente: senza Pronto Soccorso, senza 118, si muore.
  • Chiediamo una visione strutturale e una corretta pianificazione sul lungo periodo: è imperativa la risposta alle reali e palesi esigenze attraverso il potenziamento del Sistema dell’Emergenza Urgenza, oggi al limite della resistenza, nonché attraverso la relazione strategica con un territorio davvero efficiente e in stretta connessione con un Ospedale finalmente adeguato sotto il profilo dell’organizzazione e della ricettività.