Fra gli emendamenti alla Finanziaria spunta un sostegno di 1.5 milioni in 3 anni al mondo del volontariato delle Misericordie d’Italia. Ma anche le Regioni si muovono in questo senso per garantire carburanti e bollette meno cari.

Il mondo del volontariato è stato messo in ginocchio dai costi esorbitanti dell’energia e dei carburanti degli ultimi periodi. I primi a lamentare problemi di sostenibilità sono stati i protagonisti della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, che potrebbero aver trovato nel governo di Giorgia Meloni una sponda capace di supportarli per tenere le sirene accese a favore dei pazienti. 

Un emendamento da 1.5 milioni di euro in 3 anni

Secondo quanto abbiamo ricostruito, ad oggi la Finanziaria contiene un emendamento che garantisce – nel triennio 2023/2025 – 500 mila euro di ristoro per la Confederazione, al fine di supportare le spese energetiche. “Per fronteggiare gli aumenti a sostegno delle organizzazioni di volontariato impegnate nei servizi di trasporto sanitario, anche emergenziale, e nel mantenimento di presidi di coesione sociale, si autorizza la spesa complessiva di 0.5 milioni di euro dal 2023 al 2025 da destinarsi in favore della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia”. 

Anche le Regioni cercando di venire incontro alle ambulanze

Un provvedimento simile è stato preso anche da Regione Liguria, che si è impegnata a destinare risorse verso ANPAS, Croce Rossa e Misericordie per rimborsare i servizi di trasporto sanitario e sociale. “E’ indispensabile garantire il diritto alla salute e le P.A. svolgono un ruolo essenziale in questo” ha chiesto la consigliera regionale Veronica Russo in un ordine del giorno firmato anche dagli altri consiglieri di Fratelli d’Italia Stefano Balleari e Sauro Mannucci e approvato dal Consiglio durante la discussione sul bilancio regionale 2023.

Guerra e inflazione: le sirene rischiano il silenzio?

“E’ indubbio che la situazione della guerra in Ucraina va a gravare sulla già difficoltosa condizione economica del settore sanitario, penalizzato dai costi aumentati a causa dalla pandemia, con la conseguenza che tante pubbliche assistenze saranno costrette a ridurre o tagliare i servizi, a discapito dell’utenza, a licenziare personale o saranno costrette, nel peggiore dei casi, a dichiarare fallimento”, conclude la consigliera.