Una strada bloccata abusivamente da tre anni è al centro di una polemica sulla morte di un uomo di 67 anni nel quartiere Capodimonte. Cosa è successo?
NAPOLI – E’ possibile che un’ambulanza si trovi bloccata per colpa di un muro non segnalato? E’ quanto pare essere accaduto nei giorni scorsi a Napoli, quando un’ambulanza mandata su un codice rosso per un uomo di 67 anni in arresto cardiaco ha perso tempo rispetto a qualcosa di impensabile: un muro di mattoni su una strada considerata percorribile.
Un muro di cemento non segnalato blocca l’ambulanza
Questo episodio, accaduto lo scorso 10 gennaio tra via Ottavio Morisani e salita Moiariello, a Capodimonte, ha acceso i riflettori su due temi distinti ma, inevitabilmente collegati. Da un lato lo scarso aggiornamento delle mappe cartografiche dei GPS utilizzati nei sistemi di emergenza in Italia. Dall’altro l’indisponibilità di una via efficace per raggiungere un target con il proprio mezzo, eventualità che rallenta i soccorsi. Ma torniamo a Napoli, alla chiusura di via Morisani. La zona è stata transennata due anni fa per un elemento pericolante, fra salita Moiarello e l’inizio della via. Chi deve raggiungere la propria abitazione, da tempo, deve usare un’altra strada. Il percorso bloccato però non è segnalato nè visibile sulla cartografia digitale disponibile online. Chi fa affidamento sul GPS per raggiungere via Morisani, viene ancora indirizzato verso il punto di accesso tradizionale, mentre oggi è possibile entrare nella strada chiusa solo partendo da salita Moiariello, dall’altro capo della via e con un percorso per raggiungerla davvero ostico, soprattutto per un’ambulanza.
Ritardo ingiustificato: il blocco doveva essere segnalato all’ASL?
Ora però c’è di mezzo un decesso. “E’ necessario verificare se il Comune che ha trascritto sull’albo pretorio la chiusura della strada, l’ha comunicato all’Asl visto che le ambulanze effettuano quel percorso” ha dichiarato Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi – Sinistra insieme a Carlo Restaino, consigliere della terza municipalità di Napoli. Entrambi i politici sono impegnati nel denunciare l’episodio, sul quale hanno richiesto chiarimenti all’amministrazione comunale. “La strada bloccata ha ritardato l’arrivo dei soccorsi. I sanitari hanno fatto più di quanto gli toccasse raggiungendo l’abitazione dell’uomo a piedi” ha dichiarato inoltre Restaino. Il consigliere municipale ha sottolineato “l’impegno del personale del 118 che ha cercato di intervenire il prima possibile”. “Anche le ambulanze che arrivano dall’ospedale San Gennaro sono costrette a fermarsi davanti al muro e, dopo questo episodio – aggiunge Restaino – la priorità è terminare i lavori il prima possibile per consentire, prima di tutto, il passaggio dei mezzi di soccorso”.
E’ la conoscenza del territorio che “salva” le persone
Rimane da chiarire perché la chiusura della strada non sia segnalata. Il percorso in partenza dal San Gennaro, per arrivare a metà della salita, è identico nella durata, ma ovviamente raddoppia se nel momento in cui si arriva di fronte a un muro è necessario fare marcia indietro e rifare l’accesso percorrendo al contrario le strade – complesse e contorte – di rione Sanità. Bisogna quindi sottolineare come sia compito e ruolo dell’autista-soccorritore essere formato al meglio sulle proprie competenze e zone di soccorso. Se da 3 anni – come è raccontato in diversi giornali – via Morisiani è chiusa da un muro, l’autista-soccorritore lo dovrebbe sapere. Ma questo è possibile solo se opera in quella zona con costanza e conoscenza del territorio. Se invece, come sta accadendo, la dislocazione dei mezzi è sempre meno pervasiva e le ambulanze devono percorrere zone sempre più ampie… il rischio è che neppure l’alta professionalità basti per ovviare a queste problematiche.