Siamo stati all’Extrication Day 2.0 della Croce Azzurra di Traversetolo. Un evento organizzato mettendo insieme Vigili del Fuoco, infermieri del 118, volontari soccorritori e tanta, tantissima formazione pratica. Su tanti scenari rischiosi da comprendere, gestire e risolvere. Ecco cosa abbiamo imparato.

Traversetolo (Parma) – Avere tutti i dispositivi e i DPI corretti è fondamentale per poter effettuare un soccorso sanitario. Ma non basta se vuoi effettuare un soccorso in sicurezza e nel migliore dei modi. Per arrivare a dare il meglio nei confronti del paziente serve tanta formazione. Ma non serve senza un approccio educativo e collaborativo con tutte le forze che scendono in campo durante ogni incidente stradale. 

Sulla base di questo pensiero la Croce Azzurra di Traversetolo, insieme alla Croce Rossa di Sorbolo, ha costruito un corso davvero impegnativo. L’organizzazione dell’Extrication Day ha portato via diversi mesi di lavoro, per una giornata basata su scenari complessi di incidenti stradali. Tutte situazioni in cui i veicoli non erano in sicurezza, e dovevano essere valutati attentamente. Insieme ai Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Parma i formatori di ANPAS e Croce Rossa hanno allestito nove scenari di esercitazione. Nella pratica i soccorritori hanno visto quelli che sono i rischi e le banali dimenticanze che possono creare grandi problemi. 

Riconoscere i pericoli, non rischiare, comunicare

La base della giornata è stata dettata dalla lezione dei Vigili del Fuoco. Un’ora per far capire ai soccorritori i segnali da riconoscere per ridurre al minimo i rischi operativi. Rischi che possono essere poi affrontati comunicando con i responsabili, sia che si trovino sul posto o che siano a distanza, in Centrale Operativa. Proprio per questo ogni scenario è stato reso più complesso con piccoli rischi: l’airbag non esploso, l’auto con alimentazione non convenzionale, fino al paziente incastrato nel retro del camper coinvolto in un incidente stradale. Per ogni intervento, il primo step è sempre stato quello di confrontarsi e riportare ai Vigili del Fuoco le potenziali avvisaglie di un rischio evolutivo.  

Affrontare il paziente nelle condizioni più difficili: adattarsi e adattare i presidi sanitari

Il secondo passo di questa simulazione – portata avanti con ben 52 volontari – è stato quello di rendere ogni soccorso un rebus da risolvere per applicare al meglio i presidi sanitari nella propria dotazione: KED, tavola spinale, Scoop, Ferno XT per l’estricazione rapida e l’estricazione cautelativa. Nessuno dei soccorritori ha visto lo stesso scenario del gruppo precedente o di quello successivo. Così sono nati confronti e ragionamenti sul metodo migliore per ridurre i movimenti spinali del paziente, ridurre gli sforzi di movimentazione (dato che tutti i manichini presenti sulle scene erano a peso reale) e rendere veloci a sufficienza i servizi per restare nei tempi della Golden hour. 

Una sequela di incidenti, seguiti da una maxi emergenza

Per non ridurre ad una banale chiacchierata il de-briefing, lo staff di Croce Azzurra Traversetolo e di Croce Rossa comitato di Sorbolo hanno creato uno scenario di maxi emergenza. Così, alla fine, i soccorritori hanno dovuto approcciare feriti multipli, amputati dove controllare l’emorragia massiva, e l’aggiunta di pazienti pediatrici a bordo delle vetture. Una seconda “puntata” dell’Extrication Day sarebbe davvero auspicabile per tutte le associazioni e i 118 italiani. Vedere come si può affrontare il soccorso al traumatizzato in un’auto ribaltata, o in una vettura schiacciata contro un muro dove tre portiere su quattro diventano inutilizzabili è davvero formativo. Perché tutti sanno fare rapidamente un’estricazione da una sedia per ufficio. Ma quanti, oggi, l’hanno mai fatta in ambiente, riuscendo a tutelare il paziente quando la scena è sicura, ma complessa?