Parliamo dell’annosa questione del numero di persone a bordo dell’ambulanza: cosa dice la normativa e cosa deve esserci scritto sulla carta di circolazione? Vediamo perché a volte si possono avere problemi che possono essere risolti solo con il buonsenso.

L’ambulanza è un mezzo di trasporto costruito e pensato per portare dal punto A al punto B una persona in stato di necessità. Generalmente si tratta di un paziente che viene portato fino ad un Pronto Soccorso ospedaliero, ma non prendiamo questa definizione come per univoca. Così come non dobbiamo prendere per oro colato qualsiasi cosa leggiamo su internet, in particolare le “sentenze” dogmatiche. La legge italiana si presta infatti a diverse interpretazioni, che devono essere – sempre – guidate dal buonsenso.

Il parente in ambulanza: no?

Spesso, anzi molto spesso, il parente o il congiunto di un paziente chiedono di salire a bordo del mezzo di trasporto. Il codice della strada però non lo consentirebbe. Infatti, nell’articolo 54 del CdS alla lettera G si inquadrano le ambulanze come autoveicoli per uso speciale. “Su tali veicoli è consentito il trasporto del personale e dei materiali connessi col ciclo operativo delle attrezzature e di persone e cose connesse alla destinazione d’uso delle attrezzature stesse”.

Il parente in ambulanza: nì?

L’ambulanza, quindi, è un mezzo che serve per trasportare solo le persone legate al ciclo operativo del soccorso, paziente incluso. Ma cos’è “il ciclo operativo del soccorso” e quali persone può coinvolgere che abbiano la necessità di essere trasportate insieme al paziente? Pensiamo per esempio alle situazioni in cui c’è un incidente stradale con un ferito grave e un congiunto illeso. Oppure alle situazioni in cui lo stato di necessità costringe a violare le indicazioni della carta di circolazione, superando il numero massimo di persone che possono viaggiare a bordo nonostante le sedute.

Il parente in ambulanza: si?

Esistono quindi moltissimi casi in cui è necessario usare il buonsenso e comprendere come il ciclo del soccorso non riguarda solo un paziente, ma un nucleo familiare. Per esempio, le situazioni in cui il paziente è un minore: l’ambulanza deve sempre trasportare il parente o il tutore, perché si violerebbero convenzioni internazionali sui diritti dei bambini e dei disabili. Per non parlare del caso in cui ci sia un parto precipitoso preospedaliero. Dopo il parto, i pazienti da trasportare sono due (ma qui si apre un altro tema, che affronteremo più avanti).

L’assicurazione copre in caso di incidente?

Con tutte queste variabili, è importantissimo avere una assicurazione adeguata, che copra anche la RIVALSA. Se la polizza esclude la rivalsa in caso di incidente con terzi trasportati l’autista soccorritore può agire con molta più tranquillità. La rivalsa – secondo l’articolo 141 del Codice assicurativo – è il rimborso del danno subito dal terzo trasportato entro il massimale di polizza imposto per legge. Il rimborso avviene dall’impresa di assicurazione del mezzo sul quale viaggiava al momento del sinistro. Il rimborso avviene a prescindere dall’accertamento delle responsabilità. Ma se il trasporto non fosse lecito e non fosse svolto a norma di legge, la compagnia di assicurazioni potrebbe – appunto – rivalersi. Quindi occhio ai cavilli, e… studiate bene l’assicurazione prima di prendere decisioni che potrebbero mettervi in difficoltà.

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La storia di Focaccia Group parla continuamente di innovazione e coraggio. Una vision che risponde appieno alle esigenze delle persone e dei servizi. I modelli produttivi sono flessibili, finalizzati a dare sempre alta qualità, controllata nei minimi dettagli, per qualsiasi tipo di allestimento realizzato. Sarà così anche il nuovo polo produttivo da 20.000 metri quadrati di Chivasso, che si affiancherà allo stabilimento Focaccia Group di Cervia, incrementando la forza produttiva, che supera già i 200 dipendenti.