Il futuro dell’elisoccorso è incerto. A Genova la HEMS Association discute le proposte per migliorare un servizio che potrebbe essere messo in crisi da cambiamenti regolamentari e dalla desertificazione degli specializzandi.

Sabato mattina a Genova la HEMS Association riunirà i responsabili di tutte le basi di elisoccorso italiane per discutere di due grandi questioni che rischiano di mettere in ginocchio i sistemi avanzati delle nostre Regioni. Stiamo parlando delle linee di indirizzo sanitarie per organizzare i servizi di elisoccorso, e del tema – oggi prioritario – del cambiamento regolamentare che EASA vorrebbe imporre alle agenzie nazionali (in Italia ENAC) sul riposo dei piloti HEMS. Le proposte arrivate negli ultimi mesi potrebbero creare problemi da un punto di vista qualitativo e da un punto di vista economico, per ragioni diametralmente opposte.

Dual pilot e limiti orari di volo: nuove norme, nuovi costi

Il tema più caldo che sarà affrontato nel convegno di Genova dalla HEMS Association sarà proprio quello aeronautico. Gli aggiornamenti che EASA (l’ente europeo per la sicurezza dell’aviazione) vorrebbe imporre agli enti per la sicurezza del volo nazionali rischiano di far aumentare i budget per i servizi di elisoccorso. Seguendo il regolamento europeo, le realtà nazionali dovrebbero imporre un aggiornamento degli orari di volo per i piloti. In futuro potrebbero anche cambiare i limiti per le attività che si possono svolgere in single-pilot, spostando sempre di più il servizio HEMS verso sistemi dual-pilot. Ecco perché la discussione di sabato è tanto importante: un forte aumento del budget necessario per volare potrebbe portare alcune amministrazioni a pensare ad un rimpiazzo delle basi HEMS con altre tipologie di servizio. Ma può un’automedica garantire la stessa qualità e le stesse tempistiche operative di un servizio HEMS? E soprattutto: è meglio volare con due piloti che hanno tante ore di volo – ma fuori dal contesto operativo – oppure con un singolo pilota che ha un numero di ore volo inferiore, ma focalizzate sulla zona di competenza? Il problema della sicurezza delle missioni HEMS è sempre il primo punto su cui concentrarsi, ma forse anche le esperienze degli altri paesi europei potrebbero dare spunti interessanti per il futuro. Germania, Svizzera, o anche paesi “nuovi” dove i servizi HEMS sono appena nati potrebbero dare spunti interessanti di sviluppo su questo tema.

Quale strada per aumentare la sicurezza in elisoccorso?

Se aumentano i costi del servizio HEMS, la corta coperta dei fondi del sistema sanitario diventa cortissima. L’ aumento dei costi di volo può creare i presupposti per ridurre la quantità dei servizi di elisoccorso. Senza contare che l’aumento dei costi delle materie prime – carburante incluso – è una realtà già adesso. Meno voli creerebbero un problema dal punto di vista sanitario. Se le Regioni riducono le basi operative, diminuiscono gli interventi effettuabili, e la copertura assicurata a tutti i cittadini viene meno. E questo non può accadere: una standardizzazione al ribasso sarebbe il peggiore dei mali, soprattutto a livello di outcome per i pazienti.

Lo spettro di una carenza di personale è sempre più concreto

Oltre ai problemi delle normative aeronautiche, c’è il problema della mancanza di personale sanitario. Oggi le specializzazioni in anestesia e rianimazione hanno molti meno medici di quelli necessari per coprire i posti vacanti, fra pensionamenti e abbandono della professione. Solo l’anno scorso sono entrati nelle facoltà 1.600 medici, ma sono ancora troppo pochi data la carenza immediata di 4.000 anestesisti in Italia. E se il problema è grave all’interno degli ospedali, figurarsi nell’extra-ospedaliero, un mondo che le università non trattano certo come area operativa nobile. Se la carenza di posti fa propendere gli specializzandi per una carriera intra-ospedaliera, la complessità operativa scarsamente affrontata nei percorsi di studio fa il resto.

Più medici per le basi HEMS: ma quali medici?

Proprio per questo il convegno di Genova della HEMS Association parlerà anche di “quale medico in elisoccorso”. Le prospettive per il futuro non sono rosee, ed è necessario invogliare il maggior numero di medici possibile ad abbracciare la medicina extra-ospedaliera di area critica, sia per le figure degli anestesisti-rianimatori che per quelle dei medici di emergenza-urgenza. Ecco perché sarà necessario scrivere delle linee di indirizzo più stringenti di quelle proposte fino ad ora dalla SIS118, che vorrebbe aprire le basi HEMS anche ai medici MET.
Insomma, dopo il confronto e gli accordi di Riva, che hanno visto riunirsi i protagonisti del 118 di strada, è arrivato il momento di affrontare anche i problemi del 118 che vola. Nell’ottica di garantire sempre la massima sicurezza per chi lavora nel mondo dell’ala rotante, ma anche nell’ottica di garantire il miglior servizio sanitario possibile a chi sta male in qualsiasi punto del nostro paese, da Lampedusa ai rifugi del Monte Bianco.